Salve a tutti nanodiani e nanodiane e bentornati su questa rubrica di serie che vorremmo tanto vedere pubblicate dai nostri editori italiani!
Sembra passata un’eternità dall’ultimo appuntamento e infatti si potrebbe quasi dire così, quando quasi 2 anni fa “profeticamente” parlammo di Fumetsu no Anata e, che in seguito sarebbe stato annunciato da Star Comics nella successiva edizione del Lucca Comics.
Per iniziare a togliere la polvere e tenervi compagnia per le prossime settimane di calura estiva, cogliamo l’occasione anche per dare voce a tutti coloro che da anni punzecchiano editori (e noi) per farlo finire sotto i riflettori. Una serie corale ricca di mistero e tinte scure, in tutti i sensi, che è riuscita a mettere d’accordo chiunque, dai fan del Gekiga e del Pulp agli amanti di Lovecraft e del bestiario più variegato.
Ladies & Gentle(beast)men, Nanodà ha l’onore di presentarvi KEYMAN – The Hand of Judgment.
KEYMAN – The Hand of Judgement Manga
Pubblicata fra l’Aprile 2011 e il Dicembre 2016 sulle pagine di Comic Ryu, la stessa rivista che ha ospitato opere di nomi come Kenji Tsuruta, Mamoru Oshii, YAS e Yutaka Izubuchi, Keyman è stata il palcoscenico che ha lanciato le straordinarie doti artistiche di Warainaku.
Sarà anche grazie al successo della serie che l’artista prenderà successivamente parte, in veste di character designer e illustratore, alla creazione di un’altra opera che si sarebbe imposta successivamente ossia NINJA SLAYER, serie di romanzi da cui Akira Ishida dirigerà in seguito l’omonima serie animata per lo Studio TRIGGER.
Col passare degli anni resta sempre difficile inquadrare e dire cosa sia di preciso Keyman, ma una cosa è certa, anzi più di una. Keyman é un thriller mozzafiato pieno di colpi di scena, un atto d’amore per analoghi lavori di Tezuka, Ishinomori e Nagai ma soprattutto per il cinema di Fritz Lang.
KEYMAN – The Hand of Judgement Trama
Cala la notte sulla città di Lockville, l’ispettore di polizia Alex Rex tiene in scacco una banda di criminali, che ha svaligiato la Banca Cittadina, sul tetto dell’edificio. D’un tratto la quiete si interrompe e sotto la luce dei riflettori una figura si staglia davanti ai rapinatori in tutta la sua prorompente e marmorea imponenza. Keyman, il guardiano protettore dei cittadini di Lockville, da buona controparte di Superman, risolve rapidamente la situazione …con il consueto bagno di sangue. La polizia si inca constata i fatti, la gente esulta e rumoreggia, inneggiando al loro paladino, e la giornata è salva, tutto sembra portare al classico happy end da storia da fumetto golden age. Un’altra figura invece osserva tutto da un palazzo attiguo, illuminata in penombra dai chiaroscuri, sorride. In un vicolo l’eroe sembra pronto a rimettersi nei panni della sua identità segreta quando improvvisamente, tutto avviene. Splash page, il cadavere mutilato del paladino di Lockville inchiodato al muro e una misteriosa figura si allontana verso la luce, sul petto dell’eroe caduto una scritta, incisa direttamente sulla pelle … Dr. NECRO.
Sembrava la fine … e invece è solo l’inizio della nostra storia.
Qualcosa si cela nell’ombra, letteralmente, le rivelazioni che attendono i nostri protagonisti (o presunti tali) manderanno in frantumi tutte le premesse, con esiti che lasceranno a bocca aperta chiunque, incluso l’autore.
KEYMAN – The Hand of Judgement Valutazione
Come già menzionato in precedenza, le ispirazioni dell’opera sono evidenti. L’atmosfera di Lockville, che omaggia quasi apertamente la Gotham rappresentata da Bruce Timm nella serie animata di Batman del 1992, il rapporto fra umani e non umani e ciò che rende tali, chiaramente ripreso da tutta la saga di Devilman , inclusi tutti gli elementi soprannaturali propri di autori quali appunto Tezuka, Ishinomori ed eredi spirituali come appunto Nagai e Kazuhiko Shimamoto. L’intera opera e tutto il suo intreccio vuole esserne quasi una, appunto, sorta di erede spirituale, unendo al tempo stesso un omaggio e allo stesso tempo critica decostruttiva all’intero filone supereroistico che ha caratterizzato tutte le sue epoche, specialmente la Modern Age.
Elemento molto apprezzato e che fa da cardine a tutto l’intreccio è sicuramente il modo con cui viene affrontata la tematica del razzismo, con appunto analogie alla trattazione della medesima in tutta la saga nagaiana del Diavolo Umano. Portata qui all’estremo, come in una sorta di Zootopia diretta da Quentin Tarantino (o da Zack Snyder), Alex, come anche Sally Charlton-Rex, giornalista e soprattutto ex-moglie dell’ispettore, vivono la loro quotidianità in una città dominata non dal solo “crimine convenzionale”, come potrebbero appunto esserlo la Gotham di Batman o la Manhattan di Spider-Man, bensì dalla tensione spessissima di una società che non ha ancora metabolizzato l’arrivo dei Beastmen. La razza antropomorfa, misteriosamente apparsa anni prima, di cui entrambi fanno parte è come tutte le cose “aliene” la perfetta metafora di ciò che se non compreso, diventerà presto oggetto di velato odio e successive persecuzioni. Una tematica che non potrebbe essere più attuale di così, specialmente nel periodo che stiamo vivendo. Ultimo ma non degli ultimi, è da menzionare Peter “Pete” Knight, l’agente di polizia del commissariato di Lockville, fan sfegatato di Keyman e il cui ruolo in tutta la vicenda sarà appunto una delle chiavi dell’intero mistero della nostra storia.
Waranaiku tesse la tela degli eventi grazie alla sua eccezionale padronanza dell’uso degli unici due colori della storia, il bianco e il nero. La cosa che caratterizza tutto il suo stile e che è maggiormente evidenziato in Keyman rispetto ad altre opere dell’autore è la capacità di utilizzare la luce all’interno di determinate sequenze cardine, una capacità che può trovare analogie solo ai livelli di Frank Miller nel suo Sin City. , e che qui evidenzia tutto il lato sia Noir che Pulp.
La serie è stata interamente pubblicata in 13 volumi da Tokuma Shoten (MonMusu, Rune Masquer, Emanon di Tsuruta)
Consigliato ai fan di Go Nagai, di Tezuka, di Kazuhiko Shimamoto, delle serie decostruttive e ai fan delle mazzate fra mostri.
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