Another

Another – Anime

Da diversi mesi avevo fermo in cantiere la serie horror animata di Yoshiyuki Ito, tratta dall’omonima light novel di Yukito Ayatsuji, Another. Per diversi motivi, che variano dal mio scarso interesse per il genere alla voglia di guardare altro, non mi sono mai deciso a prenderla con la serietà che merita. Se oggi parliamo di Another il merito va tutto ad una mia amica (M. con l’H) che me lo ha caldamente consigliato, per cui un grazie è dovuto.


Another – Trama

Koichi Sakakibara si è appena trasferito da Tokyo a Yomiyama, una piccola ed isolata cittadina giapponese, per finire l’ultimo anno delle scuole medie (a differenza che in Italia, in Giappone l’ultimo anno delle medie corrisponde più o meno al nostro secondo anno di superiori). Vive con i nonni materni poiché suo padre, rimasto vedovo da quando la moglie è morta dando alla luce Koichi quasi 15 anni prima, è in India per lavoro. Fin dai primi giorni di scuola Sakakibara si rende conto di essere finito in una classe strana, apparentemente amichevole e cordiale, ma allo stesso inspiegabilmente misteriosa. Misaki Mei, una delle sue compagne di classe, è forse la ragazza più strana tra tutti i componendi della terza classe sezione 3: porta sempre una benda sull’occhio, capelli neri come la notte e carnagione pallida come la morte. Come se non bastasse tutti gli altri membri della classe sembrano deliberatamente ignorare Misaki.

In pochi giorni Koichi è catapultato, suo malgrado, in una realtà sconvolgente, irta di pericoli e avvolta da una fitta rete di mistero. Perché nessuno si rivolge mai a Misaki Mei? Possibile che sia Koichi l’unico in grado di vederla? E soprattutto, qual’è la risposta alla misteriosa domanda scritta sul banco della ragazza: chi è il morto? Una spaventosa maledizione aleggia implacabile sulla terza classe sezione 3 di cui Misaki e Sakakibara fanno parte.


Another – Commento

Se un horror è ben riuscito buona parte del merito va sempre alla colonna sonora. Nel caso di Another è proprio così. Per esseri precisi le sigle di apertura e chiusura sono nella norma, nulla di particolarmente emozionante, e anche le ost interne sono accettabili, ma per quanto riguarda le musiche il discorso cambia. Decisamente ben dosate e azzeccate, riescono a creare quel giusto tono inquietante che da una sferzata di tensione e suspence allo spettatore anche se la scena rappresentata è piatta. Gran parte del senso di angoscia e timore provati durante la visione è dovuto alla musica.

Anche il comparto grafico non è per nulla mediocre: i personaggi sono disegnati a dovere anche se non brillano per personalità, mentre invece le ambientazioni e gli interni colpiscono positivamente. I toni scuri e il clima piovoso e grigio usato per la maggioranza delle scene rispecchiano a dovere lo stile complessivo della serie. Nessuno dei personaggi, nemmeno quelli principali, hanno una loro vera psicologia. Forse è dovuto al numero esiguo di episodi, ma ad ogni modo tutti gli attori rimangono gli stessi indipendentemente dalle avventure, o meglio disavventure, che incontrano.

La sceneggiatura complessiva non è male, anche se si possono rimproverare alcuni dettagli. Il mistero che avvolge l’intera serie è ben costruito, vi sono continui colpi di scena che, oltre a tenere alta l’attenzione dello spettatore, impediscono di “arrivare” alla soluzione esatta. Osservare come si evolve la trama diventa ben presto un piacere. Sono presenti diverse scene splatter, piuttosto crude e realistiche, soprattutto se si considera che si tratta di una serie a sfondo reale e non fantastico, che però non dispiacciono del tutto.


Another – Parere Personale

ATTENZIONE SPOILER!

Consiglio di non leggere questa sezione a coloro che hanno intenzione di guardare l’anime perché, anche se cercherò di farlo il meno possibile, sarò costretto ad introdurre alcuni dettagli che potrebbero guastare la visione.

Another ha un ritmo altalenante, leggermente noioso nelle prime puntate, pazzesco in quelle centrali e discutibile sul finale. Confesso che ho fatto fatica a superare le prime puntate, una volta che sono riuscito ad immergermi nella storia, però, desideravo solo vedere come sarebbe finita. Le mie aspettative erano alte: ho apprezzato la decisione di costruire l’intera storia con un misto tra realtà e soprannaturale. Non si capisce mai del tutto se la maledizione che avvolge la terza classe sezione tre sia causata da spiriti, entità quindi non umane, oppure da qualche squilibrato che voleva giocare a fare Dio. Una scelta rischiosa e se in parte, a mio parere, ha pagato, dall’altro ha provocato un terribile scivolone finale.

L’introduzione del potere di Misaki l’ho trovato forzato, inutile e in parte un controsenso. In realtà, pensandoci bene, anche se lo spettatore avesse saputo fin dall’inizio questo dettaglio relativo a Mei non sarebbe cambiato nulla, certo è che questa scelta stona brutalmente con la struttura generale dell’anime. Inoltre la carneficina delle ultime puntate, che probabilmente doveva servire come punta emozionale prima della conclusione, non smuove più di tanto lo spettatore. Le morti violente e ricche di particolari destabilizzano leggermente, bisogna ammetterlo, però lo spettatore non si è minimamente affezionato alla maggioranza dei personaggi secondari della classe e la loro fine lascia in parte indifferenti.

Ho apprezzato molto la complessità della trama, fino alla fine è stato impossibile capire chi fosse l’ “altro” del titolo, anche se erano stati messi sotto il naso del pubblico dei chiari indizi. Con pochi accorgimenti sonori e di sceneggiatura è stato possibile creare un buon prodotto. Another non fa parte di quegli anime che vanno visti assolutamente, sia chiaro, nonostante ciò è sicuramente una buona proposta per introdurre neofiti e non solo al genere horror.

Buona visione!