Mangaka-san to Assistant-san to

Mangaka-san to Assistant to Manga

Dopo il successo in patria con Doujin Work, Hiroyuki torna alla carica con una nuova lunga serializzazione. Questa volta alle prese con il mondo che si cela dentro lo studio di un mangaka, i dubbi (assurdi) degli autori, la ferocia degli editori sotto deadline e tutti i patemi che deve subire l’intera categoria degli assistenti.

Mangaka-san to Assistant to Trama

La vita di tutti i giorni scorre serena nello studio di Aito Yuuki, mangaka di punta della nota casa editrice GonGon (ovvia parodia della GanGan Comics su cui la serie è stata pubblicata). Fra scadenze impellenti e fasi alterne di produttività l’autore spesso si ritrova davanti al blocco dell’artista soprattutto per via della realizzazione di “determinate” tavole. Un giorno nuovamente bloccatosi davanti alla realizzazione di una tavola della sua ultima serie in corso, Haji Cafè, afflitto da vari dubbi sul come proseguire chiede aiuto alla sua fida e produttiva assistente Ashisu Sahono.

Sarà sicuramente una domanda importante, qualche dubbio di livello anatomico o di prospettiva direte voi. Del resto uno dei crucci principali di qualunque disegnatore resta quello di riuscire a riportare su carta le emozioni provate dai protagonisti della sua storia e in questo specifico caso Aito non è convinto di cosa possa provare il protagonista della storia, in un determinato frangente.
Per cui ha chiede che Ashisu se gli possa dare una mano… chiedendole se possa toccarle un attimo le tette.
Sì, ci avete preso, Haji Cafè è infatti un manga Ecchi, con tutto ciò che implica e Aito nonostante il successo è rimasto ovviamente un “cherry boy” (come quasi tutti i mangaka otaku della sua età) per cui “approcci diretti” zero.

Inoltre abbiamo Mihari Otosuna, amica d’infanzia di Aito e editore/tsundere di ferro dove “di ferro” non sottolinea l’inflessibilità ma l’entità della forza bruta con cui castiga Aito per ogni ritardo sulle scadenze (cioè sempre). Faranno la loro comparsa quindi Rinna Fuwa, fan accanita di Aito (con una situazione economica alle spalle da far sembrare povera la famiglia regnante del Qatar) che diventerà sua seconda assistente; Sena Kuroi nota nell’ambiente come “Chou Assistant” (cioè Super Assistente) per le sue straordinarie doti che la rendono solo di un gradino più in basso rispetto ai più importanti mangaka di successo, purtroppo tutta la bravura dell’universo è contenuta …nel corpo di una Loli. Infatti Sena nonostante sia il membro più “anziano” dello staff che collabora con Aito, nei fatti dimostra di essere l’esatto contrario in quanto il suo fisico non le fa sforare i 10 anni, ovviamente Aito non perderà occasione per “sottolineare” la cosa alla sua maniera, Peluche giganti e cose pucciose incluse nel pacchetto.

Faranno in seguito la loro comparsa diversi personaggi che accompagneranno lo staff nella loro vita di tutti ognuno con le sue paturnie e molti con un ruolo che non identificherete tanto facilmente o almeno non subito, prima fra tutte Matome Minano. Non appena scoprirete la vera identità di quest’ultima state tranquilli, resterete sicuramente a bocca aperta …e che si, la amerete alla follia come tipo di personaggio.

Riuscirà il nostro eroe nell’impresa di concupire la sua assistente?
…ma soprattutto riuscirà Ashisu a coronare il suo sogno di diventare anche lei un’autrice di successo, sopportando tutto l’inferno che si debba sopportare nello studio di un mangaka?
La risposta sarà più imprevedibile di quanto immaginiate.

Mangaka-san to Assistant to Due righe di giudizio

Come per Doujin Work anche in questo caso quello che abbiamo davanti è una commedia demenziale su Yonkoma. Lo sviluppo della storia è abbastanza lento nei primi volumi ma man mano che i vari personaggi fanno la loro comparsa decolla in alcuni momenti di pura comicità e nonostante le speculazioni mai confermate dall’autore in merito il manga potrebbe tranquillamente essere considerato un’opera autobiografica in chiave parodistico-demenziale.

A differenza di quanto accaduto nella sua precedente opera stavolta Hiroyuki ha voluto provare tutta un’altra formazione di macchiette, chi più chi meno. Nelle pagine extra dei volumi di mezzo (il 5° e il 6°) l’autore specifica che in Mangaka-san ha voluto provare un approccio più graduale rispetto a quanto accaduto in Doujin Work e nonostante le apparenti similitudini al cast di quest’ultimo i personaggi sono stati strutturati in maniera completamente diversa come ruolo e caratterizzazione effettiva.

Nonostante una trama abbastanza ripetitiva nella maggior parte dei casi la serie è rimasta in pubblicazione a cadenza irregolare, alternativamente settimanale e poi mensile, per 4 anni. Nel 2012 la serie subisce una brusca accellerazione da parte della redazione della Gangan per concluderla il prima possibile, il risultato è stato il finale aperto lasciato dall’autore che lasciava irrisolti diversi interrogativi. In seguito nel 2013 Hiroyuki tornerà sulle pagine della Gangan per pubblicare gli ultimi 13 capitoli, noti come “Mangaka-san to Assistant-san to 2” raccolti in seguito in un volume unico, di fatto l’undicesimo della serie, che costituisce il vero finale dell’opera …o forse no?

Lo stile come per Doujin Work ha la solita evoluzione progressiva passando da quello “incerto” già visto a metà dell’opera precedente per poi evolversi in quello che è diventato lo standard inconfondibile di un’opera di Hiroyuki.

Purtroppo la serie è ancora inedita qui da noi, come quasi tutte le opere di Hiroyuki.

Lettura consigliata per gli amanti della commedia demenziale, per i fan di Hiroyuki e per coloro che amano veramente le mutandine.

Mangaka-san to Assistant to