Intervista: Za Goninbayashi

Dato che abbiamo potuto godere in prima persona il concerto dei Za Goninbayashi, abbiamo sfruttato questa opportunità per fare ai suoi membri un’intervista flash, con la complicità di DJ-Shiru ed Eriko.

Ricordo che gli artisti erano appena arrivati in aereoporto e sono immediatamente giunti a Lucca, dove hanno corso a piedi fino all’Auditorium San Romano con tutti i loro strumenti musicali.

Domanda: Queste canzoni e queste rappresentazioni le fanno normalmente in Giappone o le hanno fatte qui?
DJ-Shiru: In Giappone normalmente fanno concerti di musica tradizionale, per rappresentazioni teatrali come il Nō e il Kabuki. Però il loro mondo è molto interconnesso agli anime infatti è doppiatore, alcuni lavorano come strumentisti nelle colonne sonore degli anime, per cui facendo anche canzoni degli anime abbiamo pensato fossero adatti per venire a Lucca Comics, ma non è una cosa poi così strana per loro.

Shinji Kakaroth: Come hanno creato il gruppo? Com’è partita la loro avventura?
Zin: I musicisti tradizionali come noi normalmente suonano in fondo al teatro delle rappresentazioni giapponesi come il kabuki. Non stando sul palco frontalmente non siamo in vista, quindi visto che facciamo buona musica e un’ottima tecnica, abbiamo deciso di far vedere a tutti quello che siamo davvero in grado di fare! Ma visto che usiamo solo la musica, sarebbe stato difficile trasmettere il nostro messaggio, per cui abbiamo scelto Yo, come portavoce del gruppo, per completare al meglio il nostro gruppo.

Domanda: Che differenza c’è tra una normale rappresentazione tradizionale e il Nō?
Zin: Entrambi usano più o meno gli stessi strumenti musicali, ma nel teatro Nō si usa ancora la maschera.
Domanda: Com’è fatta?
Zin: Di legno.
Domanda: Quindi ha un sostegno davanti?
Zin: Si tiene stretta in mezzo ai denti.
Domanda: Quindi gli attori non parlano?
Zin: Si esprimono solo con il movimento del corpo.
Domanda: C’è una voce narrante oppure tutto è solo musica e danza?
Zin: Dietro ci sono tre cantanti che cantano in modo ritmato.
Domanda: Come le percussioni?
Zin: Già e a questo ritmo si aggiungono le percussioni. Questo è il teatro Nō.
Domanda: E che altri tipi di teatri ci sono?
Zin: Il Kabuki è un altro genere di teatro che usa come strumento anche lo shamisen, una specie di liuto. Il kabuki è cantato e accompagnato dallo shamisen, per cui si da più importanza alla melodia, mentre nel Nō non c’è melodia, solo ritmo. Solitamente gli attori che fanno Kabuki fanno solo Kabuki, mentre quelli che fanno il Nō sono diversi.
Domanda: A livello di storia che differenze ci sono? I due generi si differenziano anche per il genere di storie narrate?
Zin: Ci sono tante storie che sono rappresentate in entrambi, ma anche se la storia è uguale, il modo in cui sono interpretate e la melodia è diversa. Il Nō è più antico ed era stato ideato solo per i nobili giapponesi e non poteva essere mostrato ai normali cittadini.
Domanda: Quindi il Kabuki è più popolare?
Zin: Non essendo stato ideato unicamente per i nobili, è stato diretto al popolo.

Shinji Kakaroth: Avete già pranzato da quando siete atterrati?
Zin: Siccome siamo appena arrivati in Italia, dobbiamo ancora ambientarci per bene. Non vedo l’ora di mangiare stasera a cena. Piuttosto m’aspettavo molto più entusiasmo da parte del pubblico.
Shinji Kakaroth: Ma sottolineo che ci hanno chiesto di non dimenarci troppo.
DJ-Shiru: L’altro giorno si sono tutti alzati e la security s’è arrabbiata perché è un teatro, non una discoteca e all’inizio ho detto “non potete mettervi a saltare”.

Shinji Kakaroth: Ci potrebbe raccontare qualche storiella divertente sul vostro gruppo?
Zin: In effetti non so, ma c’è sempre qualche problema. Ad esempio a quel ragazzo i capelli non si riescono proprio ad acconciare. Un’altra cosa è quando facciamo un concerto importante piove sempre, ed anche oggi la giornata non è delle migliori. Quindi secondo me, tra di noi c’è un uomo della pioggia.

Shinji Kakaroth: Mi può insegnare a fare “Yoooou!” per bene?
Zin: La cosa importante è la nota nel canto sul “oooou!”, ma per farlo partire devi produrre come un suono basso e rauco sullo “Y”.
Shinji Kakaroth: E che significato ha?
Zin: “Yaaaah” serve a concludere un pezzo, mentre “Yoooou!” si usa come inframezzo.

Shinji Kakaroth: Grazie tante.  e un saluto.
DJ-Shiru: Ciao!
Eriko: Ciao!
Zin: Ciao!

Bene ringraziamo i Za Goninbayashi e i ragazzi di Ochacaffé per averci offerto una mano per questa breve e un po’ frettolosa intervista e speriamo di rivederli anche per l’anno prossimo a Lucca.