L’estate scorsa vi avevamo informati di alcune restrizioni nei confronti della gente tatuata, ma questa volta siamo arrivati a livelli ancora più profondi, infatti il sindaco di Osaka ha ordinato di mettere al bando i tatuaggi tra gli impiegati statali, che in caso venissero scoperti dovrebbero essere licenziati o costretti a rimuoverli, dopo l’oltraggiosa scoperta che un dipendente pubblico aveva un tatuaggio e che la città non poteva neppure licenziarlo.
Il sindaco di Osaka ed ex-governatore prefettuale, Tooru Hashimoto, ha dato istruzioni ai burocrati di stillare delle regole che mettano al bando gli impiegati pubblici con dei tatuaggi. La decisione è scattata a causa di un incidente in cui un dipendente di un asilo ha mostrato il suo tatuaggio ai bambini. Ha ricevuto due mesi di sospensione e gli è stato ordinato di indossare solo magliette a maniche lunghe.
Comunque, disgustati dalla scoperta che non potevano licenziarlo per il semplice fatto di avere un tatuaggio, il sindaco ha perciò ordinato una nuova regolamentazione: “Se non li possiamo licenziare per dei tatuaggi, allora almeno possiamo creare una regolamentazione per costringerli a licenziarsi.”
Al momento la città non mette al bando gli impiegati a causa dei tatuaggi, cosa che ha provocato il disgusto del sindaco: “Ci sono forse altre professioni, oltre agli impieghi statali dove i normali impiegati possono avere dei tatuaggi?”
Il sindaco Hashimoto, ex-legale e celebrità televisiva, detiene una grande popolarità nell’ala di estrema destra per i suoi sforzi di frenare e aggiustare il pesante codice civile e lo stato di benessere autonomo che Osaka ha creato per se stessa, soprattutto per i recenti attacchi ai conducenti di autobus pubblici, i cui stipendi annui di 7.500.000 ¥ (circa 69.000 €) sono stati scoperti più alti di 1.700.000 ¥ (circa 16.000 €) più alti di quelli del settore privato). Comunque, le sue tendenze autoritarie l’hanno reso una figura invisa alla sinistra, a causa della sua ossessione nel costringere gli insegnanti ad adorare la bandiera nazionale, con i membri della sinistra a bollare questa idea come “hashism” (parola pronunciata a letta in modo simile a “fascismo” in giapponese), e dopo i suoi commenti del 2011 in cui affermò che “la dittatura è la cosa più importante nella politica giapponese attuale” non è così difficile capire le motivazioni dei suoi detrattori.
La maggior parte delle sue politiche ruotano attorno ai freni negli sperperi governativi ed il suo progetto preferito nel voler trasformare la città di Osaka e la prefettura di Osaka, facendo di esse la seconda capitale del Giappone grazie ad una celere burocrazia. Le sue riforme minori per il miglioramento delle condizioni includono proposte di legalizzare i casinò e ricreare la zona a luci rosse di Osaka sotto la sponsorizzazione del governo, anche se paradossalmente è un grande avversario del sesso inventato, vista la sua propaganda censoria dei manga manga adducendo che “la libertà di espressione non è un valore assoluto.”
I tatuaggi sono risultati un argomento scottante anche nella vicina Kobe, che di recente ha messo al bando chiunque abbia dei tatuaggi dalle spiagge pubbliche, visto che con i loro variopinti disegni “spaventerebbero i turisti”, una politica che ha aumentato semplicemente le visite alle spiagge minori. Inutile dire che una simile presa di posizione, al limite del razzismo, è stata anche commentata dal popolo della rete, con messaggi verso i poveri statali che “hanno osato insozzare l’integrità del proprio corpo con del vile inchiostro“:
“Dateci dentro! Chi se ne frega se gli impiegati pubblici hanno i tatuaggi!”
“A quel punto non dovrebbero proprio assumere impiegati tatuati. Secondo me è questo il punto.”
“Spesso i soldati americani e poliziotti hanno dei tatuaggi. Se il Giappone semplicemente prendesse esempio dall’America, non credete che sarebbe OK?”
“Sembra che ogni marine degli USA se abbia uno.”
“Perché gli viene detto di farseli, per identificarli meglio.”
“Questa è democrazia.”
“Piantatela di dire scemenze. Con o senza tatuaggi una persona non cambia.”
“La JSDF proibisce categoricamente i tatuaggi.”
“Non li può licenziare tutti, vero?”
“Ma piuttosto, che differenza farebbe se li cancellassero?”
“Ma perché un impiegato non potrebbe avere tatuaggi?”
“Ci sono un sacco di professioni oltre gli impiegati statali dove si trova gente tatuata. Si è abituati ad trovarne su chi lavora nell’intrattenimento, agli operai e muratori, i tassisti e persino i pescatori. Ultimamente persino le badanti se ne ritrovano. Persino le infermiere. Fonte: io, che sono un dottore.”
“Beh, non vedo che problema ci sia nel mostrarli in piscina o alla spiaggia o in altri posti simili.”
“Conosco una dipendente statale che si è fatta una tatuaggio senza alcun problema.”
“Da quel che dicono i media, non c’entra tanto con i tatuaggi ma più sul fatto che il tipo volesse intimidire i bambini e molestare sessualmente una collega.”
“Secondo quei rapporti quel tizio si è comportato un po’ come uno yakuza…”
“Sono strabiliato che Osaka ha preso impiegati con i tatuaggi. C’è troppa libertà in quella città.”
“Chi ha un tatuaggio non dovrebbe riuscire a ottenere un vero impiego.”
“Non puoi neppure lavorare a Disneyland se hai tatuaggi.”
“Ma perché Hashimoto ha la tendenza di rispondere in maniera così repentina a certi strani incidenti?”
“I detrattori di Hashimoto cercheranno di proteggere tutti i vecchi teppisti.”
“Quindi tutti gli impiegati pubblici saranno soggetti a un ispezione fisica annuale, dove si denuderanno in massa?”
“Ma crede davvero che nessun dipendente privato abbia tatuaggi?”
“Vorrei sapere perché i tatuaggi non vanno bene, ma il trucco sì. Se si tratta del fatto che possa o meno essere rimosso, è una questione privata che non centra per ninete con il posto di lavoro.”
“Non ho tatuaggi, ma non capisco che ci sia di sbagliato nel farsi un tatuaggio.”
“Tutti voi sciocchi americanofili che pensano che i tatuaggi siano fighi, eleggereste per caso un presidente con un tatuaggio sulla faccia?”
“Licenziatelo. Anche l’opinione pubblica è a favore. Qualsiasi idiota tatuato dovrebbe essere licenziato.”
“Un sacco di gente con i tatuaggi è anche portatrice sana di AIDS!”
“Piantala di assumere gli yakuza, Osaka.”
“La prossima volta che faranno? Metteranno al bando le tinte ai capelli?”
“Proprio quel che ci si aspetta dalla Johannesburg giapponese.”
“E’ vergognoso che questa gente venga assunta dallo stato. Non dovrebbero neppure accettare le loro domande. Gli immondi che scelgono di seguire la via dei fuorilegge, dovrebbero continuare a condurre quella strada.”
“Questo è il Giappone! Non abbiamo bisogno di adottare standard di altre nazioni. In Giappone, chiunque abbia un tatuaggio è un teppista. Non dovrebbero lavorare per lo stato. Non importa se è brava gente o no, non è così che si fa!”
“Se questa fosse davvero discriminazione, lo sarebbe anche mettere al bando la gente con tatuaggi dai bagni pubblici e dalle palestre!”
“Hashimoto dovrebbe saperlo bene, visto che viene dallo show business. I giorni in cui i tatutaggi servivano a intimidire il prossimo sono ormai pasasti, ora sono una forma stilistica di esprimere se stessi. Inoltre queste stupidaggini vengono da un avvocato che una volta scioccò il pubblico tingendosi i capelli? Capisco dei modi per diminuirne la presenza, ma metterli al bando è troppo.”
“Da che parte stai!?”
“Sto dalla parte di quelli che pensano che costringere il prossimo ad uniformarsi sia sospetto. E non solo quando si tratta di tatuaggi.”
“Quello sospetto sei tu!”
“Una persona che abbia decenza non si farebbe un tatuaggio.”
“E’ come dire ‘una persona decente non posterebbe su 2chan’, o mi sbaglio?”
Fonte: Sankaku Complex
Questo qui è fuori!
Non sono sorpreso,specie se l’attuale governo Giapponese è di destra(ancora pro-imperatore come secoli fa <_<).
Inoltre,a giudicare dai commenti,molti hanno ancora pregiudizi sui "tatuaggi=Yakuza"(non è vero),il che mi fà pensare che questo governo vuole controllare la gente attraverso questa stupida mentalità(come molti nel resto del mondo).
C’e’ ancora molto da lavorare!e questo e’ uno dei tantissimi esempi di come ancora in Giappone la mentalita’ e le sue regole siano troppo strette!!speriamo che capiscano che e’ ora di cambiare prima che sia troppo tardi!(*_*)
penso che per molte cose i giapponesi siano molto più aperti di noi, mentre invece per altre cose hanno ancora una mentalità ristretta medievale.
Mi fanno più ribrezzo i commenti che la mentalità del sindaco.
beh che dire, per me un colpo di pistola in faccia al sindaco di Osaka non lo leverebbe nessuno, così come a chiunque abbia una mentalità inferiore come la sua 🙂
mamma mia però… -_-“””
@devib
informati prima di dire idiozie. Noda, l’attuale primo ministro giapponese, è il terzo primo ministro di sinistra della storia del Giappone. Al giorno d’oggi dire che una forza politica è filo-imperatore è una cagata pazzesca, dato che l’imperatore non ha poteri effettivi nella politica del Paese. Sarebbe un po’ come dire che la destra inglese è filo-regina.
dì un po’, sei stato in Giappone? che diavolo ne sai se l’equazione tatuato=yakuza non è vera? su cosa ti basi?
io studio il giappone e ci sono stato, e posso assicurarti che (ovviamente non si può fare una tautologia, però..) è piuttosto importante la probabilità che una persona tatuata sia un poco di buono. è una dinamica culturale tipicamente giapponese, che noi non possiamo capire, ma io terrei gli occidentali fuori da queste dinamiche, perchè riguardano il giappone e i giapponesi.
@monia
se il giappone è la terza economia mondiale ed è riuscito a revocare i trattati ineguali (cerca su google) in una ventina d’anni e a passare da una condizione di feudalesimo all’industrializzazione in una trentina d’anni scarsa lo deve a questa “mentalità ristretta”, che io preferirei chiamare senso di responsabilità, culto del vivere civile nel rispetto delle regole. concetto totalmente estraneo dalla mentalità arronzona italiana, e motivo per cui mo stiamo con le pezze al culo. perdona il francesismo.
il giappone è un modello vincente. non ha bisogno di cambiare, ma al contrario siamo noi che avremmo bisogno di imparare da loro. perchè noi, piano piano smantellando le regole del vivere civile stiamo cominciando a fare seriamente schifo. basta guardare la tv. e io che oltre ad amare i manga amo il giappone e la sua cultura ci tengo a salvaguardarla come un tesoro raro, quanto più possibile estraneo alle contaminazioni del peggio dell’occidente.
@kirio
io non credo che Hashimoto abbia una mentalità inferiore a quella di nessuno. non condivido il suo intervento, ma alla luce del contesto giapponese credo di poterlo capire.
se tu andassi in un qualsiasi ufficio statale e trovassi una chiattona puzzolente, coi pelazzi sotto le ascelle, una selva di rasta bei unti, tre quattro piercing, magari dilatati, in faccia e magari pure qualche tatuaggio, bando a ogni buonismo, sono pronto a scommettere che non ti farebbe una bella impressione (e sono pronto a scommettere perchè noi italiani siamo molto insofferenti su certe cose.).
ecco, per il giapponese medio (forse le cose cambiano tra i giovanissimi, ma in giappone la percentuale di gente avanti con l’età è alta) il tatuaggio fa lo stesso effetto. di sporco. un po’ come la barba… la barba gli sa di sporco e non curato perchè tendenzialmente gli asiatici sono piuttosto glabri, quindi è difficile che abbiano barbe folte, e con quelle barbette tisiche farebbero solo schifo. quindi prima di criticare vorrei saperne di più di questa notizia, visto che comunque pare che sto tizio si comportasse proprio da yakuza…
Giangianni, che dire, un commento perfetto. Di chi ama il Giappone, compreso le sue contraddizioni. Che sia chiaro, l’opinione dei JAP sui tatuaggi e’ per me perfettamente comprensibile. Non riuscirei ad accettare di stare a fianco a fianco con un tatuato in una onsen. Cosi come sicuramente non riusciresti ad accettare che nel mezzo di una vallata dell’Himalaya un tipo di fianco a te magari ascolta un CD a tutto volume di …Mario Merola…….e direi basta con la storia yakuza=tatuaggi. Ai giap i tatuati fanno semplicemente schifo. Insomma, ognuno i suoi gusti, ma anche ognuno i suoi paesi. Chi e’fatto per Ibiza, la Giamaica, il Brasile, non e’ fatto per il Giappone. Tutto qui. I giap si sono ripresi da situazioni per altri insormontabili. Abbiamo solo da imparare. Vai a new York, i tassisti pretendono la mancia, e girano pure armati. In Giappone la mancia e’ male educazione. Unico neo negativo, per i giap un tatuato sa di sporco, ‘scostumato’, ma non sanno che i tatuati sono fondamentalmente delle teste di cazzo. Sotto questo aspetto i giap sono un po ingenui, non capiscono che i tatuati andrebbero bloccati già alla frontiera.
Ma ha la fobia dei tatuaggi? Ma chi lo tiene ancora lì? cioè, chi è sano di mente dovrebbe capirlo che questo si sente un’Hitler quello là! come si fa dico io a eleggere certa gente e dargli retta?
Come è giusto che sia. Osaka si dimostra sempre il posto più vero del Giappone, come era ai tempi di Naniwa e della reazione alla restaurazione Meiji. Non a caso il Kansai è la mia regione preferita del Giappone, con Osaka al centro, con la gente di Osaka al centro… ookini!
Andate su google e scrivete Onsen, vi manderanno su wikipendia, e sull’articolo cliccate su controversia razziale. Dopo questa lettura capirete perche il sindaco di Osaka ha ragione. Se il sindaco di Osaka venisse in Italia si convicerebbe ancora di più delle sue idee. Spiagge e locali notturni che brulucano di tatuati. Ovvero persone che devono verniciarsi il corpo per sentirsi qualcuno. E sara’ una coincidenza, ma anche i giocatori italiani della nazionale di calcio son quasi tutti tatuati (ma quasi nessuno laureato) mentre invece i nazionali giapponesi sono tutti NON tatuati e quasi tutti laureati . Il Giappone non e’ un posto per tatuati, semplicemente perche i tatuati sono diversi dai non tatuati. Non che gli uni siano meglio degli altri, ma sicuramente differenti.. il 99 per 100 dei JAP non solo detesta i tatuati, ma non riesce neanche a capire come mai fuori dal Giappone si usa dare la mancia, si tende a urlare, si tende a rubare al prossimo(specialmente in caso di catastrofi naturali)ecc. La scelta del sindaco e’semplicemente una scelta culturale. Che io condivido completamente. Del resto e’ come se il sindaco di Ibiza ddecidesse di rendere off limit le sue spiagge ai non tatuati. Se (per esempio) a me da fastidio vedere tatuati, e’ ovvio che non vado a Ibiza. E non ho neanche bisogno che il sindaco me lo vieti. Lo capisco da solo che non e’ il mio posto. E non e’razzismo. Se in un locale si fa musica classica, e a me piace la discoteca(e di conseguenza abbigliato da discoteca) non capisco perche io debba per forza dover entrare in quella sala. Esistono persone diverse, culture diverse, e di conseguenza popoli diversi. Tutto qui