Shi Ki

Shi Ki manga

Basato su una novel best-seller di Fuyumi Ono (Ghost Hunt, The Twelve Kindoms) e disegnato in maniera particolare da Ryu Fujisaki (Hoshin Engi), Shi Ki è un manga horror di stampo mitologico edito da Shueisha su Jump SQ, che riprende le leggende della cultura giapponese portandole in un’ambientazione moderna; la narrazione e la presentazione dei personaggi stessi segue una struttura di tipo investigativa che porta il lettore ad essere parte delle indagini.

Shi Ki visto il successo delle sue due prime versioni (novel e manga) ha visto recentemente anche una trasposizione in anime.


Shi Ki trama e considerazioni

Sotoba:

“Il villaggio è circondato dalla morte. Costruito sulle sponde di un fiume, ha la forma di una punta di freccia ed è circondato su tutti e tre i lati da un bosco di abeti. Il limitare del bosco segna i confini del villaggio e lo separa da ciò che c’è oltre, ma non nel senso che funge da linea di separazione da quel che sta oltre il bosco: è il bosco stesso ad essere un altro mondo. Il bosco è già l’aldilà. Gli abeti, questi colossi che osservano il villaggio dall’alto dei loro quaranta metri, hanno un ciclo vitale breve, intorno ai duecento anni.

In quell’arco di tempo gli abeti nascono, crescono e passano il testimone a una generazione più giovane e forte. Sono alberi nati per i morti: il villaggio con il loro legno ha sempre costruito i sotoba [steli funerarie], e da un certo punto in poi anche le bare. In quel villaggio c’è ancora l’usanza di seppellire i morti, anziché cremarli, ma non si usano lapidi di pietra. Nel punto del bosco in cui viene seppellito qualcuno si conficca nel terreno un sotoba. Poi, a trentadue anni dalla sua morte, si abbatte il sotoba e al suo posto si pianta un abete. E da quel momento ci si dimentica di quel luogo. Il morto è ormai parte della montagna e non ha più rapporti con gli uomini. Il villaggio fin dalla sua fondazione è sempre stato isolato dai paesi vicini. […]

La piccola ma costante attività di quel luogo ricorda quella di un piccolo tempio poco frequentato. Il villaggio è paragonabile a una fede un po’ assopita che ogni tanto è risvegliata da una circostanza particolare, e mai si spegne. In quel luogo c’è una quiete simile a quella di un piccolo tabernacolo. Lì la gente lavora per la morte e prega i morti. Fin dalla sua nascita, il villaggio esiste solo per questo scopo.”

Estate, una calda estate… Shimizu Megumi è annoiata dalla realtà in cui vive. La sua città Sotoba è un piccolo villaggio di campagna di 1300 anime che nemmeno le ferrovie hanno preso in considerazione. La sua più grande aspirazione è andare a vivere in città e farsi inebriare dai suoi fasti e dai suoi ritmi.

Solo due cose di Sotoba le piacciono: un suo coetaneo di nome Yuki Natsuno che sembra anelare la sua stessa fuga dalla realtà e una misteriosa villa ricostruita simile a un castello occidentale, che sovrasta il paese e che recentemente è tornata ad essere abitata. Una architettura gotica circondata da un’area oscura e misteriosa che però la affascina.

Una serie di morti misteriose sconvolgono la cittadina, una specie di epidemia che giorno dopo giorno si mostra sempre più anomala, anche perché preannunciata da chiari segni di sventura, come la distruzione delle statue votive del protettore della città.

Nel contempo la curiosità di Megumi, oramai attirata oltre modo dalla villa, decide di non ascoltare i timori popolari e di entrarvici… per poi sparire.

Questo è l’inizio delle vicende di questo manga che racconta la scoperta del “male” e il tentativo di sopravvivere dei protagonisti, Yuki Natsuno, il direttore del piccolo ospedale locale Toshio Ozaki, e del sacerdote del tempio Sei Seishin, agli Shi ki una sorta di okiagari (demoni vampiri), dei risvegliati dalle loro tombe, che corrompono le persone facendole rinascere come loro simili, in particolare chi è morto con dei rimpianti.

Una specie di survivor manga narrato in maniera tale che il lettore da un lato faccia parte della vicenda dall’altro è come se fosse qualcuno leggesse i rapporti investigativi di una vicenda del passato cercando di capirci qualcosa.

Un manga horror di stampo classico: il romanzo (novel) di Fuyumi Ono da cui è tratto, un best seller  di fine anni ’90, viene disegnato da Ryu Fujisaki mixando il suo particolare stile, i suoi personaggi allungatissimi, con ambienti e atmosfere che rispettano l’originale rappresentate con numerose linee scure e campiture nere che si stagliano in sfondi bianchi. Il risultato è raggiunto: angoscia e costrizione trasudano dalle pagine così come nell’opera originale. L’horror giapponese classico infatti non non ha nelle sue corde il gore o lo splatter ma bensì yūrei, spiriti, demoni e presenze di vario tipo che tra credenze popolari, folklore e spiritualismo religioso intaccano più l’animo che lo stomaco, spaventano raccontando le emozioni dei protagonisti più che mostrando scene di violenza… figure retaggio del teatro Kabuki.

Una buona lettura con alcuni “se”: lo stile seppur azzeccato può non piacere a tutti, la trama non è immediata e veloce nello svolgimento e i personaggi pur sviluppati nel complesso in maniera approfondita rivestono ruoli un po’ forzati in certi passaggi della storia.


Shi Ki Star Comics

Shi Ki, edito da Star Comics nel formato “manga per pubblico adulto” e quindi senza onomatopee  graficamente editate, si può quindi considerare un horror spicologico-investigativo dove il mistero, la sua scoperta e la sua soluzione sono i punti cardini dello sviluppo della trama.