Krona Chronicles

Il mio nome è Ecolar

10 anni dopo la rivelazione dell’oscuro presagio…

Tra le zone più remote della foresta dei Pring, si trova un piccolo villagio chiamato Kupo.
Esso è circondato da delle mura costruite con un materiale simile alla roccia e rinfozate in ferro, oltre le quali, vi è solo la sconfinata foresta.
All’interno del villaggio ciò che risalta immediatamente all’occhio è una zona molto ampia avente una grande fontana al centro dalla quale fuoriesce una cascata d’acqua limpida che brilla con la luce delle stelle. E’ la piazza della città dove, ogni mattina, la popolazione del villaggio si riunisce per compiere le proprie attività lavorative.
Intorno la piazza, le abitazioni.
Le abitazioni sono costruite dello stesso materiale con il quale sono fatte le mura. Ogni casa è composta da due piani con altrettante finestre sia sopra che sotto, una porta in legno massiccio, e una piccola stalla dove veongono conservati gli strumenti e lasciati, gli animali.
Ad ovest della piazza, un sentiero leggermente in salita porta verso i campi del villaggio, mentre sopra una collinetta perfettamente visibile dal centro si trova la casa del custode dei campi e della sua famiglia, i Tromas.
Dalle finestre si notano delle luci provenire dall’interno e, avvicinandosi, si può scorgere la figura di un uomo dall’età avanzata, la folta barba con lunghi baffi, nonchè gli occhi grandi e celesti.È Papà Tromas che, era ancora sveglio, raccontava una storia ai suoi ragazzi seduti sopra un tappeto in lana di Caprikon*, disposti a formare un cerchio vicino il caminetto acceso.

-Sembrava una notte come tutte le altre, serena e tranquilla.
La città di Zaranditra dormiva quando venne attaccata da un esercito di Zombie assetati di sangue- raccontava papà Tromas ai suoi due figli, Holycrow Tromas, un tipo molto solitario ed il più delle volte scontroso, dagli occhi rossi come il fuoco e i lunghi capelli biondi; ed Ecolar Tromas, un ragazzo molto timido, ma anche estremamente determinato e sicuro delle proprie idee ed azioni. Ha gli occhi celesti, e i capelli corti sono di un intenso castano scuro. Come il fratello, affascinato ed emozionato, Ecolar non stacca lo sguardo dal padre.
-Le guardie e i soldati erano impreparati , la città stava per cadere nel panico, ma all’improvviso eccolo arrivare…- continuava il padre, mentre dalle scale in legno scendeva, mamma Tromas.
L’uomo interruppe la storia accorgendosi della presenza della moglie. Una donna bellissima nonostante la sua età, che indossava un vestito ricavato sempre dai Caprikon e aveva i capelli legati da un filo di seta color rosso.
-Racconti la solita storia del cavaliere nero? – chiese lei sorridendo e avvicinandosi al gruppo.
-Stavo giusto per arrivare alla parte più interessante- rispose il papà facendo cenno con la mano, di sedersi vicino a lui.
-daccordo, ma poi tutti a dormire, domani c’è un mucchio di lavoro da fare- disse mamma Tromas dando un bacio al consorte.
-Avanti, padre, siamo curiosi di sapere come continua!- disse Ecolar, quella storia lo faceva eslatare troppo.
-Ok figliolo, dove ero rimasto? Ah sì… le guardie erano impreparate, la città stava per cadere nel panico, ma all’improvviso eccolo arrivare!- urlò l’uomo puntando il dito sul soffito, per poi continuare, -Thenar, il cavaliere nero dai lunghi capelli bianchi, lo sguardo fiero, una cicatrice sull’occhio sinistro, e un sorriso nascosto da un ghigno di disprezzo, osservava dalla cima di una torre, gli orrendi parassiti che stavano avanzando. Lo faceva con i suoi occhi rossi e gialli, e lo fece fino al suono delle campane d’allarme, che lo fecero balzare giù da quel pinnacolo per sfrecciare tra le vie della città ad una velocità pazzesca, era un ombra che si muoveva come un fulmine.
Gli zombie erano quasi alle porte quando si videro apparire di fronte un individuo nero, come l’oscurità che pervadeva le loro anime- proseguiva nel suo racconto l’uomo fissando la moglie e i suoi ragazzi.
-Davanti a Thenar, cento? Duecento? Ma che dico, cinquecento zombie erano pronti ad attaccarlo. Ed eccolo entrare in azione, sprigionando il potere delle sue spade, ” la Cross Fire Blade ” e ” la Strider Berserk Cutter ” due armi dal potere unico.
Fu con esse che si lanciò nella mischia, iniziando a distruggere quelle creature con estrema facilità. Non c’era zombie che riuscisse a colpirlo, Thenar era troppo agile per loro.
Dopo cinque minuti, l’esercito di Zombie era stato distrutto completamente, ed egli sparì nel nulla. Molti sono grati a questo cavaliere per le sue gesta…- papà Tromas venne interrotto da Ecolar , -WoW! Padre, le storie di Thenar sono sempre così emozionanti! Un giorno voglio diventare proprio come lui- affermò il giovane, ma dopo aver udito queste parole Holycrow iniziò a sbeffeggiare suo fratello,
-Haha! Tu, diventare come Thenar, ti ci vorranno mille anni di addestramento per diventare forte almeno quanto me, fratellino- detto ciò si alzò e salì le scale per andare a dormire -Notte padre, Notte madre grazie per la storia-
-che antipatico!- mormorò Ecolar a bassa voce.
-haha, dai figliolo non te la prendere, scommetto che un giorno riuscirai a diventare forte e coraggioso come Thenar-
-Dici sul serio?- chiese Ecolar con gli occhi ricolmi di felicità.
-Lo credo anch’io, ma adesso dovresti andare a dormire, anche i grandi eroi riposano- disse la madre.
– Sì hai ragione. Notte padre, notte madre- disse Ecolar alzandosi in piedi per raggiungere le scale che poi salì per poter giungere alla sua stanza, il tutto continuando a pensare alla storia appena sentita.
Nel frattempo, al piano di sotto, la signora Tromas si complimentava con il marito:
-Sei molto dolce con i bambini, e mi sorprende come riesci a trasformare una tragedia come quella di Zaranditra in una storia emozionante- disse infatti a bassa voce.
-Zaranditra, a volte, mi manca davvero molto, e mi spiace per tutte le vite che sono andate distrutte, ma quando sarà il momento racconterò loro la vera storia-
La donna non disse nulla a riguardo, si limitò ad alzarsi assieme a lui ed andare a dormire.

Il mattino seguente.
-Ecolar… Ecolar sveglia- Ecolar caddè dal letto, al suono di quelle parole
– si ecco son sveglio-
– Fai in fretta, oggi dovevi consegnare il latte di caprikon al capo villaggio! – Ecolar si rese conto che doveva essere li già dieci minuti fa. – oh no no no – si vestì in fretta e furia, scendendo le scale mentre indossava le scarpe, presa una mela dal tavolo, esclamò -Scappo mamma, a stasera- e corse via uscendo dalla porta e portando con se il contenitore di latte per il capo villaggio.
– Devo sbrigarmi – si disse mentre correva tra i campi.
-Hey ciao Ecolar! sempre di fretta eh?- urlò un contadino in zona.
E a quelle parole sia Papà Tromas che Holy, lavorando al campo, si girarono, notando Ecolar che correva verso il sentiero che scendeva verso la piazza del villaggio
-di nuovo in ritardo- dissero senza stupirsi più di tanto.

Era quasi giunto in piazza, quando vide una bambina dalle lunghe trecce rosse correre dalla direzione opposta, -hey aspet..- ma lei non fece alcun caso alle sue parole.
Arrivato al centro della piazza, si fermò a bere dalla fontana, e vide arrivare verso di lui un uomo grande e grosso, forse con qualche chilo di troppo. Possedeva molte cicactrici e lividi sul corpo, gli occhi erano piccolissimi, come quelli di una talpa, ed indossava uno strano cappello conico con delle corna ai lati. Era proprio lui, il capo villaggio scortato da due guardie.
– Ecolar! –
– Oh, mi scusi per il ritardo ma vede…- il capo lo interruppe, – Hai visto per caso mia figlia? non riusciamo a trovarla, credo si sia nascosta da qualche parte-
-ehm no… Come mai la cercate?- chiese Ecolar
-Figliolo nulla di importante, se la vedi in giro digli di ritornare a casa perfavore-
Ecolar aveva una strana sensazione, come se la bambina che aveva visto correre qualche minuto prima fosse la figlia del capo, – ma allora… – Ecolar lasciò il contenitore di latte davanti la fontana incustodito e scappò via dirigendosi nei campi.
Holycrow notò di nuovo Ecolar correre, ma non mancò di notare che questa volta si dirigeva verso le porte del villaggio.
– Padre, vado un attimo a sistemare il gregge di Caprikon- disse allontanandosi.
Ecolar continuò a correre guardandosi intorno e intanto pensava – dove sarà finita?- decise di uscire dalle mura del villaggio e di dare un occhiata fuori, dirigendosi verso la cima di una collina.
-Hey, ma quella potrebbe essere lei – disse dopo aver udito il suono di un pianto. Incuriosito si avvicinò, e così facendo vide una bambina seduta su una roccia che stringeva in mano un mostriciattolo peloso. La piccola aveva i capelli lunghi e rossi, legati a forma di due trecce chiuse da due fiocchi gialli, e gli occhi verdi che luccicavano al sole per via delle lacrime. Non aveva altri dubbi, era lei!.
– Ciao! perchè stai piangendo?- chiese Ecolar sedendosi davanti a lei sull’erba, – vattene! voglio stare da sola- rispose.
– che animaletto buffo che tieni tra le mani, come si chiama?- disse Ecolar toccando il musetto del mostriciattolo peloso, che sentendosi infastidito gli morse il dito – ARGH! hey fa male per essere piccolino – urlò guardandosi il dito rosso. La bambina allora smise di piangere e scoppiò a ridere, Ecolar allora rise insieme a lei e chiese, – Come ti chiami? –
– mi chiamo Letra e tu? – rispose la bambina sorridendo,
-io mi chiamo Ecolar, piacere – rispose , allungando la mano,- e questo coso peloso? Ha pure un nome?-
– Lui è un Griffoli* , sono esserini molto teneri – spiegò Letra mettendolo per terra.
– Eh, sì abbastanza- aggiunse Ecolar guardandosi il dito, – ma come mai sei scappata qui? Tuo padre è in pensiero per te-
Letra allora abbassò lo sguardo – lui non mi vuole bene, pensa sempre a lavorare. Poi per sbaglio oggi ho fatto cadere un secchio colmo d’acqua a terra, e lui mi ha cacciato via-, ma a quelle parole Ecolar rispose,- Ti vuole molto bene invece, avresti dovuto vedere come era preoccupato, perchè non torniamo al villaggio Kupo insieme?- disse infine tendendo il braccio verso Letra, invitandola ad alzarsi.
– No aspetta, voglio stare ancora un poco quì seduta a guardare le nuvole insieme a te- rispose lei sdraiandosi sull’erba e osservando il cielo.
– Ok come vuoi, ma se ci trovano qua fuori passeremo brutti guai hehehe- acconsentì Ecolar gettando un sasso verso il cielo e sdraiandosi a terra.
Il sasso lanciato da Ecolar ,precipitando colpì la testa di un Pring* che si stava nutrendo di ghiande in un cespuglio, – PRI!PRI!- urlò questi volgendo lo sguardo verso il ragazzo che però non fece nulla, troppo intento a guardare il magnifico cielo che compariva limpido ed immenso davanti ai suoi occhi.
I due continuavano a rilassarsi guardando le nuvole,-hey guarda quella nuvola assomiglia a un Batling*- disse Ecolar ridendo.
– Ecolar… mi prometti che saremo amici per sempre? – chiese però improvvisamente Letra, facendolo arrossire.
-Si Letra, saremo amici per tutta la vita, te lo prometto- dichiarò Ecolar che poi si alzò in piedi aggiungendo, – beh meglio tornare a casa ora- allungò il braccio verso Letra e la aiutò ad alzarsi,
– Grazie!- sorrise la ragazza felice di quella risposta.
Tuttavia, quando i due si voltarono per far ritorno, i due si ritrovarono circondati da un gruppo di Pring innervositi, – E.. e … e questi cosa ci fanno qua? – disse Ecolar shoccato,
– Non lo so, ma mi stanno mettendo paura- rispose Letra stringendosi contro il braccio di Ecolar.
-Vieni, dobbiamo scappare! – gridò questi mettendosi successivamente sulle spalle la ragazza, per poi correre a perdifiato verso la foresta.
-Ma dobbiamo dirigerci verso il vilaggio- disse Letra.
– Lo so, ma la strada è sbarrata da quei cosi. Faremo il giro, fidati di me- disse Ecolar, in quel momento si sentiva come Thenar.
Continuò a correre ma la strada gli venne bloccata nuovamente dai Pring, – oh no!- disse la ragazza scendendo dalle sue spalle e raccogliendo due bastoni.
-Letra, stammi vicino!- le ordinò Ecolar cercando di capire quale Pring avrebbe attaccato per primo fissando i loro sguardi, ma all’imnprovviso essi cambiarono radicalmente, da infuriati divennero preoccupati e spaventati.
– ma cosa?…- disse Ecolar sorpreso, i Pring scappavano da tutte le direzioni – hahahaha , Avete paura vero? sono troppo forte!- urlò Ecolar fiero di se, mentre Letra, terrorizzata, fissava un essere gigantesco che si ergeva proprio dietro le spalle di Ecolar, -E… Ecolar, dietro di te- balbettò Letra.
Ecolar allora si bloccò e si girò lentamente con la faccia sorridente, che si trasformo istantaneamente in una faccia terrorizzata.
-CHE COSA CI FA QUESTO COSO QUI!?- davanti ai loro occhi, si trovava un DarkBull* inferocito, e a quel punto Ecolar si avvicinò a Letra che iniziò a piangere, -Oh no, e adesso? Siamo proprio in un bel guaio- pensò Ecolar, quando tra gli alberi notò
un ombra che si muoveva, -Thenar?- disse.
Il DarkBull si preparava a caricare i due bambini quando dall’alto si udì una voce – LIGHT CROSS! – e una gigantesca croce di luce colpì in pieno il mostro , mettendolo fuori combattimento, ed ecco atterrare in piedi, -Holy!?- gridò sorpreso Ecolar, -non sai come sono contento di vederti-
Holycrow si avvicinò ai due e poi serio disse- non raccontare a nessuno quello che hai visto, e io non dirò a nessuno che eravate qui. Adesso tornate al villaggio, sono tutti in pensiero per voi-
Ecolar si sentì in colpa, aveva messo a rischio la vita di Letra e di se stesso e fu con estrema spontaneità che piano sussurrò- Holy, forse hai ragione, non sarò mai come Thenar, grazie per averci salvato- ma fece appena in tempo a finire la frase che Holycrow sparì tra gli alberi.
I due stavano per tornare al villaggio quando Letra si accorse che qualcosa brillava vicino la testa del mostro – Hey, Ecolar, guarda- disse raccogliendo l’oggetto.
– è un medaglione!- disse Ecolar.
– Come mi sta? – chiese letra indossandolo.
– ti sta bene, sei molto carina-
-Grazie! Eco –
A quel punto i due allora fecero ritorno al villaggio, dove ad attenderli c’erano i loro genitori,che vedendoli immediatamente gli andarono in contro e preoccupati chiesero -si può sapere dove eravate spariti?- ma a quel punto)Letra, che si nascondeva dietro le spalle di Ecolar, decise di mostrarsi.
-Oh Letra figlia mia! non scappare mai più , mi hai fatto preoccupare tantissimo- disse il Capo villaggio stringendola forte.
-E così eri andato a cercarla eh, Ecolar, sei davvero un bravo ragazzo- disse papà Tromas, mettendo una mano sulla sua spalla.
– Grazie padre – rispose Ecolar guardando suo fratello, – Grazie Holy, è solo merito tuo se siamo tornati sani e salvi- pensò.
Una volta chiarita la questione però, gli adulti tornarono ai propri lavori, mentre Ecolar tornò a casa a riposare e a riflettere sull’accaduto – non sarò mai come Thenar -.

Intanto nei territori desolati di Zaranditra…

-Nesshun villascio o scittà nei dinsciorni sciore!- un demone faceva rapporto al suo capo, il cui aspetto rimaneva celato nell’oscurità.
-Bene, Zaranditra è ufficialmente terreitorio del possente Gordjak ora! ahahahaahahahah- rispose l’essere misterioso sgretolando un teschio umano con il piede.

*NOTE del Capitolo*
Carpikon: i Caprikon sono dei mostri da allevamento del regono di Krona, simili alle nostre pecore, hanno il corpo ricoperto di lana, producono latte, e sulla testa possiedono delle grandi corna molto solide.

Griffoli: Mostricciattoli pelosi, grandi più o meno quanto il palmo di una mano, hanno un faccino molto dolce, vivono nascosti in mezzo l’erba delle colline nei pressi delle foreste del regno.

Batling: Mostro comune notturno, assomiglia a un pipistrello, ma possiede denti grandi e lunghi come quelli di un vampiro.

Pring: Mostro comune che vive nelle foreste , solitamente ha la forma di un otto con due grandi occhi e al centro una fascia nera con dei denti bianchi rettangolari, e nalla parte inferiore del corpo un grosso cerchio, esistono diversi tipi di Pring sparsi nel regno, differiscono nella forma, nel colore , alcuni sono aggressivi altri completamente innocui.

Darkbull: Mostro non comune di che si muove nella zona nord della foresta, ha la forma di un toro tutto nero con delle fiammo rosse stampate sul corpo superiore, le sue corna sono appuntite e possono perforare anche la roccia, è un mostro di tipo Oscuro, gli attacchi di luce lo indeboliscono di parecchio.


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