King of Thorn

Kasumi Ishiki è una giovane ragazza occhialuta affetta da una particolare malattia, il virus Medusa. Il nome dato dalla comunità scientifica a questo terribile virus, rispecchia appieno il terrificante potere necrogeno dello stesso, che si basa sulla trasformazione e pietrificazione cellulare, fino alla morte del malato. Per debellare questa malattia, un facoltoso mecenate mette a disposizione il suo castello, riempito di apparecchiature mediche di alta tecnologia, composta di capsule criogeniche dove gli infetti dormiranno sonni tranquilli, bloccati in stasi così che la malattia possa avanzare, sperando che nel frattempo la scienza medica sia riuscita a scoprire una cura.

La protagonista è una dei 160 membri fortunati, prescelti casualmente dalle liste di malati, che dovrà affrontare la straziante esperienza di abbandonare la sua gemella, Shizuku, che probabilmente al suo risveglio potrebbe essere già morta. Purtroppo avviene un grave incidente e le capsule, dopo un periodo si aprono, liberando diversi malati in quello che sembra un terribile incubo. Per le stanze dell’enorme struttura sono sparsi lunghi tralci di rovi e terribili mostri si aggirano per i saloni e i viali. Immediatamente il numero dei sopravvissuti decrese esponenzialmente, e quello che doveva essere un buon risveglio grazie alla creazione di una cura, diventa una diabolica lotta alla sopravvivenza. Assieme a Marco Owen e agli altri sopravvissuti, Kasumi cercherà di scoprire che ne è stato del mondo mentre loro stavano dormendo e come mai il laboratorio e tutto il resto sembrano desolati e disabitati, come fossero passati dei secoli.

Una gran bella storia di un nuovo volto nel panorama fumettistico giapponese, coinvolgente, accattivante e disegnato con un bel tratto (cosa che non fa mai male).
Oltre ad una trama accattivante, il ritmo è ciò che a mio avviso riesce meglio a descrivere questa serie, azione dopo azione, scoperta dopo scoperta, il lettore viene coinvolto in questo survival horror, con questa atmosfera un po’ alla Resident Evil. I personaggi sono a tutto tondo e ben curati, raccontandosi non tanto a parole, ma con i loro gesti e i comportamenti.

L’edizione è curatissima: senso di lettura originale, sovracopertina e pagine patinate a colori. A gennaio è stato presentato il film cinematografico per il Future Film Festival, e non vedo l’ora di vedere quei disegni animati e a colori e godermi l’ambientazione con delle musiche adeguate. E voi?