Secrets

Vecchie Conoscenze

Secrets
Capitolo 1
Vecchie Conoscenze


Pov Edward

Quando questa mattina mi sono svegliato, ho avvertito qualcosa nell’aria, una sensazione a metà tra buona e cattiva. Lì per lì, ho creduto di essere impazzito, ho pensato che forse ho letto troppi libri, ma ora, in questo istante mi complimento con me stesso.
Il mio istinto, è sempre ottimo.

Sono nel parcheggio della Forks High School, con me ci sono mio fratello Emmett e mia sorella Alice. Siamo seduti sulla mia Volvo da qualche minuto e per ingannare il tempo mentre aspettiamo Rosalie e Jasper, i miei migliori amici e compagni dei miei fratelli, abbiamo messo un cd.
Vedo arrivare la BMW rossa di Rose e la Mercedes nera di Jasper e mi preparo a scendere dalla macchina. Afferro distrattamente lo zaino coi libri e la giacca. Chiudo lo sportello, pigio il pulsante sulla chiave attivando l’antifurto e mi avvicino ai miei compagni.
Sono tutti davanti il gioiellino di Rosalie a parlottare per aggiornasi sulle novità prima del suono della campanella, un rito che oramai ci concediamo da tre anni.
L’argomento del giorno è la nuova studentessa. Non si sa il suo nome, si sa solo che è la figlia di un’attrice e di un famoso avvocato e che, dopo aver fatto il pieno di soldi nella carta di credito, è venuta ad abitare in questa piccola cittadina piovosa e sperduta nel verde.
Vedo Alice che batte le mani felice, probabilmente non vede l’ora di chiedere alla nuova arrivata, com’è essere figlie di un’attrice. Gli altri sono più contenuti, anche se altrettanto curiosi.
Suona la campanella e noi entriamo, della nuova ragazza nessuna traccia.

Le ore passano tranquille, nonostante la professoressa di Letteratura ci abbia sommerso di compiti e quello di Biologia ci abbia fatto vedere un orrendo e noiosissimo filmato.
Sono a mensa, seduto in mezzo ad Emmett e Jasper, davanti a noi stanno sedute Alice e Rosalie. La prima è un po’ delusa, sperava di conoscere oggi la “straniera”, e Rose cerca di consolarla. I nostri vassoi sono stati ripuliti da ogni pietanza ed ora ci limitiamo a bere le ultime gocce di soda e Coca Cola. Sto per chiedere a mio fratello se oggi viene agli allenamenti di baseball, quando in mensa, tutti smettono di chiacchierare. Alziamo lo sguardo per capirne il perché e la vediamo: piuttosto alta, capelli quasi neri ed occhi nascosti da un paio di Ray-ban. Pallida come un lenzuolo, indossa dei pantacollant neri sotto un vestitino di lana marrone che le arriva al ginocchio e un paio di stivaletti scamosciati con il tacco dello stesso colore delle calze. Al braccio ha una di quelle borse che ho sempre reputato esageratamente grandi, ma che con quell’abbigliamento, sta da Dio.
Si alza gli occhiali da sole e sposta lo sguardo sul nostro tavolo. Noto che i ragazzi al mio fianco si sono irrigiditi. Perché?
Torno con gli occhi alla figura della nuova arrivata e vedo che ha gli occhi sgranati. Che si conoscano? Che siano amici?
Non riesco a formulare altri pensieri perché un urletto interrompe il flusso dei miei pensieri.

-Emmett! Non ci credo, non ci credo! Oh.mio.Dio. Sei tu! – La vedo correre verso di noi, a suo agio sui quegli spilli chiamati più comunemente, tacchi. Sento un movimento alla mia destra e vedo mio fratello andarle in contro allargando le braccia. Quando raggiunge la sua destinazione la fa volteggiare un po’, ridendo come un povero idiota. Dopo qualche minuto, la poggia in terra e, prendendola per mano, la porta al nostro tavolo. Qui, ho il secondo shock della giornata: il timido Jasper sorride apertamente a quella sconosciuta, sbracciandosi per salutarla.

-Jazz! Dio, come mi siete mancati..- Corre ad abbracciare anche lui, sussurrandogli qualcosa in un orecchio. Qualcosa di divertente perché lui inizia a ridere. Io, Alice e Rose, ci guardiamo spaesati, le nostre facce dicono la stessa cosa: “Chi è questa qui?!”.

La nuova ragazza si siede nell’unico posto libero, accanto a mia sorella che non sembra molto entusiasta della cosa. Ma questa sorride apertamente e, portandosi un dito sulle labbra, inizia a pensare. Schiocca la lingua e lo punta verso di me, facendomi sobbalzare.
-Tu sei sicuramente Edward..- Poi cambia bersaglio e analizza la chioma bionda di Rose. – Tu sei Rosalie, in effetti corrispondi molto alle descrizioni. Bella, pallida, occhi azzurri e capelli color del grano. – Guarda per un attimo Emmett e gli fa l’occhiolino, poi sposta l’attenzione su Alice. -Anche la tua descrizione corrisponde..Capelli corti, neri e sbarazzini, occhi vispi e scuri e piccola di statura.. In effetti, Alice, sembri davvero un folletto.. – Scoppia a ridere, seguita da mio fratello e Jasper. Alice è a metà tra offesa e divertita, Rose è sotto shock ed io sono troppo impegnato a psicanalizzare i suoi comportamenti per avere una reazione. Ma io voglio sapere chi è quella. Ecco perché, appoggiandomi al tavolo con le dita intrecciate, le faccio la domanda un milione di dollari.

– Scusami, ma te chi sei? Ci conosci, hai un buon rapporto con questi due.. – indico i ragazzi – ..ma noi non abbiamo la più pallida idea di chi tu sia. – Lo dico con tono un po’ brusco e credo di averle fatto perdere l’allegria del momento, ma lei scoppia quasi a ridermi in faccia.

-Jazz, Emmett, non avete parlato di me con loro? – Come risposta ottiene un borbottio e un piccolo lamento. Ride più forte prima di allungare una mano verso di me. -Piacere, Isabella Swan. Se tieni alla tua macchina e al tuo bel faccino, chiamami Bella. – Spaesato, le stringo la mano.
-Visto che tengo ad entrambe le cose..Piacere, Edward Cullen. Se tieni alla tua macchina e al tuo bel faccino, non provare a chiamarmi Ed, Eddy o Edwy.. Edward è perfetto. – Sorrido e mollo la presa.
La osservo salutare Rosalie ed Alice. Intavola una conversazione sull’ultima collezione di uno stilista italiano con mia sorella che a quanto pare, ha cambiato subito idea.

-Allora Bella, la tua vita è sempre la stessa? O hai cambiato motto? – La ragazza ghigna leggermente prima di rispondere.
-No Emmett, non è sempre la stessa. Ora seguo il SAF. – lo vedo mentre alza un sopracciglio, confuso.
– Non ti ricordi più?! Lo stile di Valentina: Sesso, Alcool, Fumo. –
– Ahhh..e perché questo cambiamento? – E’ davvero interessato al discorso, quasi un miracolo direi.
– Perché ho scoperto che se ti beccano con le sigarette in borsa, non ti mettono in carcere..- Ridono entrambi e vedo che anche Jasper sorride.
M’intrometto nei loro discorsi, volendo sapere più cose sul suo conto.

-Bella, da dove vieni?- mi guarda un po’ prima di rispondere.
– Sono nata qui, a Forks. A tre mesi mia madre ha mollato Charlie e si è trasferita a Phoenix. A dieci anni mi sono spostata dai miei nonni in Italia, in un paese vicino Lucca, in Toscana. Ed ora sono tornata a casa. Mi è mancata..Peccato che non ci sia Charlie a farmi compagnia..- Invece di avermi chiarito le idee, le ha rese più confuse.
-E allora come hai fatto a conoscere Jasper ed Emmett? – A rispondermi, ci pensa quell’orso di mio fratello.
– Ti ricordi quando l’anno scorso la squadra ci ha portati in Italia? Ecco. Ci siamo conosciuti lì, durante le partite. Lei veniva a guardarci visto che abitava vicino e noi giocavamo. La sera ci portava in discoteca con i suoi amici e la mattina ci riportava a casa. Che vita! Ricordi Jazz? – Sorride con lo sguardo vacuo, immerso nei ricordi.
– Oh, sì. Impossibile dimenticare quelle serate. E quando si veniva a casa tua ad ascoltare la musica scaricata illegalmente da internet?! – Si rivolge a Bella. – E quando ci hai fatto imparare tutte le tue canzoni preferite a memoria?! O quando hai chiuso Emmett nell’armadio?! – Silenzio. Poi tutti a ridere, perfino l’orso. Ma si riprende e passa al contrattacco.
– E quando tu – ed indica Jasper. – coccolavi Mr Colly?! O quando si dor..- Dalle risate, Jasper diventa una maschera fredda. Emmett si blocca e sposta lo sguardo verso un tavolo a caso. Bella continua a ridacchiare.

Suona la campanella e lei si alza.
-Ragazzi, io vado a casa. Sapete, inizio domani..- Si volta verso le ragazze e con un sorriso caloroso le invita a casa sua nel pomeriggio. Fa un cenno ai ragazzi che annuiscono e saluta me.
Non ci capisco niente, ma ora devo andare a Educazione Motoria. Ritornerò più tardi sull’argomento, magari riesco a rubare qualche informazione a mio fratello.
– Edward? –
– Sì Emm?! –
-Oggi a casa di Bella, sei invitato anche tu.- Scompare verso l’aula di Inglese, non prima di essersi scambiato uno sguardo con il suo compare dai capelli biondi.