Dolore

Dolore

Kalsifer sta lì seduto, non muove un muscolo, sembra una statua senza vita.
Ha lo sguardo fisso nel vuoto, gli occhi lucidi, le guance umide.
Non è stata bella la notizia che ha appena ricevuto. Lo ha quasi ucciso.
Mentre lo informavano, lui ascoltava senza batter ciglio. Sembrava forte come è sempre stato, duro come una montagna. Ma adesso quella stessa roccia si sta sgretolando.
Non sa che fare, non sa cosa pensare, conosce solo il dolore che ha dentro. Un nodo che gli stringe la gola, un vuoto che non si riempie.
Poi abbassa lo sguardo, si mette a scrivere, non sa perche lo fa. Forse è la sua valvola di sfogo, un modo per cercare di stare meglio. Inizia scrivendo domande che pone a se stesso. Ora vive un momento di incertezza dove ciò che a lui sembrava eterno, si volatilizza all’improvviso. Non riesce a vedere un futuro. In questo momento è solo, si vergogna del suo stato e non vuole farsi vedere.
Pochi sanno cosa sta passando.
Chiunque leggerà quello che sta scrivendo probabilmente non capirà, ma chi gli è veramente vicino riuscirà a capire fra le righe.
Domande tante domande.
Quel foglio si riempie di frasi scritte senza pensarci troppo.
Che cosa faro? Chi sono? Perchè sono qui? Potevo salvarla?
Questa si ripete incessantemente. Lei vivrà?
Lui sa che in fondo un giorno tutti noi ce ne andiamo ma lei no, o almeno non ora.
E’ troppo presto. Non se lo merita.
Ha fatto tanto per lui, gli ha praticamente donato la vita.
Ma non sa come salvarla. Si sente totalmente inutile: cerca una soluzione, pensa, riflette, si lacera la mente, ma niente.
Ormai non può far nulla.
Il dubbio. L’incertezza. Forse questo è il dolore più grande. Il non sapere e il non conoscere.
Il vuoto si fa sempre più grande. Sa che per lei dovrebbe aggrapparsi alla vita, continuare a vivere. Se accadesse il peggio.
Ora non ce la fa. Vede intorno a lui solo il buio.
Guarda il cielo fuori dalla finestra, anch’ esso si sta facendo scuro. Getta a terra i fogli con violenza. Si alza di scatto ed esce.
L’aria è fredda, pungente, alza lo sguardo al cielo. Dalle nuvole, cadono fredde gocce. La terra inizia a bagnarsi. Alcune gocce non sono gelide, ma più calde del fuoco. No non vengono dal cielo.
Il suo spirito si infiamma, sa chi è stato a farle del male.
Sa dove si nasconde. Gli occhi ancora lucidi brillano di un rosso cremisi, il demone chiama. Stavolta non lo controlla, non vuole controllarlo. Cade sulle ginocchia. Singhiozza. Sbatte i pugni a terra.
Ali nere affiorano dalla schiena.
Ora Kalsifer è solo istinto. Non è la prima volta che vede il suo corpo muoversi contro la sua volontà. Oggi è diverso, lo ha cercato, lo ha risvegliato.
Il suo sguardo assetato di sangue è pieno di dolore.
Sguaina la spada. Spicca il volo verso la vendetta. Tra le labbra le parole “Tu, morirai.”