Autoconclusivo

Autoconclusivo

Avrei voluto inseguirti da subito, da quel momento in cui dopo tre anni, i miei occhi giada incrociarono per la prima volta i tuoi carbone, avevo cercato di annientare il mio amore per te, avevo cercato di dimenticarti, ma è stato impossibile.

Ho corso tanto per arrivare a te, ho affrontato foreste, nemici, il giudizio del mio villaggio che come una traditrice,ho abbandonato per inseguire un sogno, e adesso, che sono qui nel covo di Orochimaru, in una stanza fredda e dalle pareti di pietra nuda e umida, da cui altro non traspira che un’immensa solitudine, adesso che sono dinnanzi a te, tutto quello che ho passato non mi sembra niente in confronto al tuo sguardo gelido, in confronto ai tuoi occhi che ora mi fissano e forse mi giudicano. Avrei voluto inseguirti da subito, da quel momento in cui dopo tre anni, i miei occhi giada incrociarono per la prima volta i tuoi carbone

Lo guardai ancora, quegli occhi così neri come la pece, profondi come nient’altro, ogni volta era come annegare in quello sguardo così sicuro di se, così forte, ed io Sakura Haruno, piccola ragazza timida, dagli occhi ancora innocenti non potevo che arrossire, avevo sognato quel momento da sempre, ma adesso mi sembrava diverso da come lo avevo immaginato.

Lui,Sasuke,il mio amore, quel ragazzo così enigmatico, così misterioso, così bello, era adesso lì di fronte a me, e io, io non sapevo che fare, avevo quasi paura di lui, lui che per me era sempre stato una meta irraggiungibile.

Non disse una parola, come era solito fare, mi sfiorò semplicemente una guancia con la mano, e quando la ritrasse non potei fare a meno di seguirla col mio viso, di cercare ancora quel contatto così caldo a differenza del suo sguardo gelido.

Non riuscivo mai a leggere nei suoi occhi, non riuscivo mai a penetrare in quel buio così profondo, e forse non ci sarei mai riuscita, avrei voluto…Questo si…Avrei voluto capirlo, avrei voluto che mi lasciasse entrare nella sua vita.

Sento il suo corpo più vicino al mio, e in quella stanza è come se non esistesse altro eccetto noi, ho paura, paura di quello che potrebbe accadere, perché so che non potrei mai resistergli.

Mi sento la sua preda, e vorrei gridarglielo, vorrei farglielo comprendere, ma non ci riesco, lo osservo semplicemente, cercando di capire la sua prossima mossa, lui mi scruta, mi trapassa quasi, con quello sguardo pece, e io lo lascio fare, lo lascio invadermi, gli lascio leggere la mia anima che è già sua, e che forse lo è sempre stata, e vorrei fargli capire anche questo, fargli comprendere che io sono già sua. Ma forse lo ha già capito, perché quelle mani così calde, adesso sono di nuovo sul mio viso, e improvvisamente tra i miei capelli, tra quei capelli rosa e scomposti, ormai non più lunghi come un tempo, e le mie fanno lo stesso, eseguono i suoi muti ordini, e mi ritrovo quelle morbide e corte ciocche nere tra le dita, quelle ciocche che ho sempre sognato di toccare,e in un attimo i nostri occhi si chiudono, e le sue labbra così impazienti sfiorano le mie con un bacio, un bacio così leggero da sembrare un battito d’ali di farfalla, delicato e veloce, quasi sfuggevole, le nostre labbra si staccano, quasi per avere il tempo di gustare l’uno il sapore dell’altra, e il suo sapore è dolce unico, rimaniamo impassibili per qualche istante, ma quel gioco ci piace, e ci sfioriamo di nuovo, tante volte da perderne il conto, finché quei baci leggeri e fugaci, diventano profondi e intensi, sento le sue mani sul mio corpo, mi avvolgono e mi stringono.

E’ strano, davvero, e ancora non riesco a credere che tutto questo sia reale, mi lascio semplicemente trasportare come se sognassi, e anche le mie mani adesso lo esplorano più sicure, ad un tratto ci separiamo, e lui mi osserva nuovamente, vengo colta da una nuova ansia, forse ho fatto qualcosa di sbagliato, forse la mia inesperienza lo ha snervato, o lo ha sorpreso, fatto sta che adesso è lì di fronte a me e mi osserva di nuovo con sguardo impenetrabile.

Poi quelle parole che da Sasuke non mi sarei mai aspettata: ‹‹mi dispiace, io non volevo… Anzi io non dovevo›› freddo come sempre, mi guarda dritta negli occhi, e io non cedo, non abbasso lo sguardo, e in quella pece, in quella barriera da ragazzo insensibile leggo un velo di delusione e angoscia dovuti al mio silenzio,dovuti a una risposta che non riesco a dargli, fa per andarsene, si volta, e quegli occhi neri scompaiono dalla mia vista, sostituiti dalle sue ampie spalle dalla sua chioma scura,l’ho sempre visto di spalle, una figura lontana e inarrivabile, non voglio che se ne vada, non voglio che pensi di aver fatto un errore, non voglio che interpreti male il mio silenzio, così gli afferro una mano, e tirandolo a me questa volta sono io a baciarlo; e lui comprende, comprende le vere parole che avrei voluto far riecheggiare in quella stanza vuota al posto di un silenzio indecifrabile, ma adesso le parole non servono, sono il cuore e il corpo che parlano, ed io li lascio fare. ‹‹lasciami entrare nella tua vita, lasciami capire…››Gli sussurro ad un orecchio, quasi supplicando, sperando di giungere fino alla sua anima, ‹‹lasciami entrare…›› Ribadisco, e lui risponde immediatamente, osservandomi con quegli occhi nerissimi:‹‹e tu amami davvero›› e seguendo quelle parole lo bacio di nuovo. Quelle mani esperte, scorrono su e giù sulla mia schiena, le sento, sotto la maglietta, sulla mia pelle che nessuno aveva mai toccato in quel modo, e anche io mi stupisco di un desiderio che non avevo mai provato, non voglio che le sue mani tocchino altro all’infuori di me, vorrei poterle sentire sempre in quel modo, dolci, calde e forti, ‹‹mi amerai per quello che sono Sakura?››mi chiede quasi bisbigliando, e io non posso non fare cenno di si con la testa, ‹‹e non avrai paura di me e dei miei silenzi?›› continuò, io annuii ancora. ‹‹allora amami davvero›› mi ripete. ‹‹non avrai paura?›› mi chiede ancora, cerco di interpretare il suo sguardo, e ciò che leggo è strano, leggo angoscia, e capisco che è umano. ‹‹io non ho paura di te Sasuke…››gli rispondo sussurrando. E così tra un bacio e un altro lascio che mi spogli, e io faccio lo stesso, e mi stringo al suo petto, reprimendo la vergogna, affidandomi al battito del suo cuore, e con piacere sento che è accelerato come il mio, e lo stringo ancora di più con l’idea di stringere il suo cuore, di poterlo finalmente scaldare sciogliendo il ghiaccio che lo circonda, annientando tutto quel dolore accumulato durante gli anni. Non abbiamo più detto una parola, niente, i nostri sguardi si incontrano, e per un attimo di fronte mi sembra di vedere una persona diversa, e quel volto di solito inespressivo e impenetrabile viene illuminato da un sorriso caldo e rassicurante come un sole d’estate, come la primavera tanto attesa durante un inverno gelido, e capisco di amarlo come non ho mai amato nessuno, e desidero che lui provi lo stesso, lo desidero con tutta me stessa, desidero amarlo davvero. E di nuovo mi lascio trasportare da quei baci e da quelle carezze, ci sdraiamo sui vestiti gettati per terra pochi minuti prima, e lui è immediatamente sopra di me sicuro e forte come sempre.

Sento la paura crescere, e scommetto di avere lo sguardo terrorizzato, ma una carezza dolce e improvvisa mi assiste rassicurandomi, mi sposta i capelli dal viso, e mi bacia la fronte, ‹‹non avere paura, fidati di me››bisbiglia soffusamente. Chiudo gli occhi inalando a pieni polmoni il suo profumo, rendendomi conto che ne sto diventando dipendente, quel profumo che apprezzavo di nascosto ogni volta che mi passava vicino. Prendo i suoi capelli tra le dita e lo spingo a baciarmi ancora, lo sento respirare più velocemente, e in un secondo momento mi accorgo che sto facendo lo stesso anche io, i nostri respiri sembrano fondersi in un unico, mi bacia ovunque, scendendo sul mio corpo, sfiorando leggermente la piccola curva del seno, l’ombelico, e io faccio lo stesso su quel corpo così differente dal mio, così estraneo e così complementare, e per un attimo mi viene da pensare che la natura è davvero perfetta.

Mi soffermo a sfiorare con le labbra le piccole cicatrici sul petto, i segni di ogni battaglia che ha combattuto, anche se mi rendo conto che le cicatrici più grandi sono quelle celate a tutti, quelle nel suo cuore.

Ci stringiamo in un abbraccio tremendamente caldo, non ho freddo, in questa stanza gelida. E pian piano quei respiri sempre più veloci divengono sospiri, e dopo pochi istanti è ormai dentro di me, la paura sta svanendo e a sostituirla un piacere mai provato misto a una fitta di dolore, continua a baciarmi e io faccio lo stesso, tra un sospiro e l’altro gliele sussurro, quelle due parole che avrei voluto sempre dirgli, che pensavo guardandolo assorto nei suoi pensieri, che riecheggiavano nella mia mente ogniqualvolta posava il suo sguardo pece su di me, due parole ormai consumate dal mondo, ripetute infinite volte da voci differenti in vite differenti, ma che ogni volta assumono un nuovo splendore e chiariscono verità profonde, e condensano in cinque lettere l’oceano più grande che alloggia nel cuore: ‹‹Ti amo››. E le ripeto: ‹‹Ti amo Sasuke!››E lui mi sorprende ancora e mi sussurra a sua volta: ‹‹ti amo anche io ››. Sono tua, sono tua, lo vorrei gridare, ma mi trattengo, e mi faccio cullare dai suoi baci, finché i nostri sospiri non cessano, e uno stato di beatitudine ci avvolge. Lo osservo in silenzio il volto sudato poggiato sul mio petto, si alza insieme al mio respiro lento e regolare, gli passo una mano tra i capelli, e lui risponde sorridendomi, sostenere il suo peso è bellissimo sentire il suo corpo sopra il mio, altrettanto meraviglioso. Quegli occhi neri adesso mi guardano, ma in modo diverso, più dolce più caldo,e non posso fare a meno di sorridergli, e finalmente non mi intimidisco più sotto il suo sguardo, finalmente mi ha lasciato entrare, e ciò che vedo è incredibile, meraviglioso, ciò che nessun’altro può vedere ,la sua anima; l’aveva nascosta, tenuta segreta al mondo, la sua parte più bella la sua parte più dolce.

Si avvicina al mio viso, veloce e aggraziato come sempre, adoro i suoi movimenti fluidi e precisi, mi sfiora la guancia con le labbra, e scendendo mi bacia sul collo non riesco a trattenermi e mi lascio sfuggire un sussulto, lo sento sorridere e respirare, mi piace sentire le sue labbra e la “sua” aria sul mio corpo, mi dà un morso leggero sulla pelle del collo, poi sempre fluidamente torna a poggiarsi sul mio petto.‹‹sei mio?›› gli chiedo, e lui risponde immediatamente:‹‹sì, io sono tuo, e tu? Tu sei mia e lo sarai per sempre? Mia soltanto?›› e la mia risposta non poteva essere più sincera.: ‹‹sì io sono tua››. Detto questo si appoggia nuovamente sul mio petto, questa volta rilassandosi totalmente, abbandonando ogni preoccupazione e infine addormentandosi. In quella stanza non fa caldo, non ha mai fatto caldo, neppure nelle giornate più afose, un posto isolato dal mondo intero potrei dire, e a coprirci solo una vecchia coperta, ma noi ormai non abbiamo più freddo.