Nabari – La scelta di Mtv e Dynit

Ha ricordato Naruto. Ha fatto tremare centinaia di persone, chi esaltate, chi indignate. Ha messo confusione nelle idee di migliaia di otaku, fangirl, e comuni mortali. E’ giovane, bello, forte e intelligente: è Nabari!

Cute Miharu

Di tanto in tanto, diciamo all’incirca quando Orione si interseca con l’orbita ellittica di Venere – sto sparando parole a caso, tranquilli – anch’io riesco ad interessarmi ad un manga, o anime, chissà di cosa mi sono innamorato prima.
Ormai l’ho capito: io di Nabari sono cotto.
La mia avventura con Nabari inizia, così come molti altri, la sera in cui Miharu Rokujou e la sua allegra combriccola fa capolino con il suo faccino innocente sul mio televisore enorme e dall’immagine opaca, strappandomi un “o mio dio” entusiasta. Un inizio niente male, non trovate?

Nabari Manga 1

Sì, oserei dire che nonostante l’inizio poco originale, ne sono rimasto affascinato.

Infatti, riguardo questo, sono dell’idea che molti, vedendo le prime puntate – oserei dire le prime tre – penserebbero all’istante (tranne che con una forte mancanza di cultura anime, o un giudizio non superficiale) che Nabari è copiato e sputato a Naruto, con i disegni di Nana.

Ovviamente il giudizio superficiale si rivela ancora una volta l’arma degli ignoranti.
Nabari No Ou, infatti, è PRIMA un manga e POI un anime, con quest’ultimo che d’un tratto prende inspiegabilmente delle pieghe completamente differenti rispetto il manga, per poi tornare in parallelo (addirittura stessi dialoghi) con il fumetto, e allontanarsi nuovamente. Anche in questo caso, quindi, l’anime non rende giustizia al manga.

L’opera cartacea, frutto del lavoro di Yuhki Kamatani, sviluppa la vicenda di Miharu Rokujou, un ragazzino di quattordici anni che ci ricorda tanto il piccolo Ritsuka di Loveless, cosa che lo rende indubbiamente un personaggio fuori dal comune, così come il disegno nel suo complesso.

Anime

Miharu, che ama vivere la vita con indifferenza, si ritrova fin dalla nascita a dover condividere il suo corpo con lo ShinrabanshÅ�, la più potente arte segreta nel mondo di Nabari, ovvero il mondo che vive all’ombra di quello in “superficie”. La volete più semplice?

In pratica… i ninja vivono insieme alle persone normali considerandosi come parte di un altro mondo.

Nabari Shadows

Le principali componenti della storia che hanno permesso a Nabari di “spopolare”, oltre agli accenni di shonen-ai lanciati come appiglio – che, sfortunatamente per gli amanti di Najica e delle sue mutandine in evidenza, sono tutti spiegati col proseguire della storia e quindi motivati – e lo stile “Naneggiante“, ovvero con lo character design simile a Nana, sono da sottolineare sicuramente i disegni ben curati, la storia di numero in numero sempre più intrigante, e l’incredibile fascino che esercita tutto l’insieme una volta che viene visto/letto.

Nabari non è un capolavoro, intendiamoci, non ha niente a che spartite con i mostri sacri presenti nella “Rosa dei manga”, come Naruto, One Piece, Vampire Knight eccetera, eccetera. Il motivo, difendendo ciò che piace a me, potrebbe essere che il manga è attualmente in corso, ed è fermo al numero 44 – se le mie memorie non mi ingannano -, pronto a proseguire da un momento all’altro.
Allora per quale motivo ne sono tanto entusiasta, vi chiederete.

Ne sono entusiasta perché Nabari si avvale d’un inizio che mescola le antitesi dei fumetti: i ninja, le battaglie, l’odio, l’indifferenza, la calma della trama e colpi di scena fulminei degni della più avvicente cinematografia d’azione, ovviamente fusa insieme a piccole scene di sfondo semplicemente geniali e che strappano anche più d’un sorriso, che fanno sembrare il tutto una rivoluzione, un qualcosa d’unico e raro.

Come tutto ciò è arrivato ad un pubblico così vasto?

Mtv ha voluto premiare, stavolta, la fedeltà di persone che si sono dovuti sorbire le peggiori cose fatte per quei pochi otaku che seguivano l’Anime Night già da anni e anni ancora. Come si dice… un colpo al cerchio e uno alla botte: Nabari e Full Metal Panic, cibo per fangirl e cibo per gli amanti dell’hentai. Qualcuno ha da ridire qualcosa? Lo dica ora o taccia per sempre, anche se può tacere evitando di sparlare per sentito dire.

In giro per il web, ho potuto constatare, non sono rari i focolai di persone che gridano a gran voce perché la Dynit “abbia speso soldi in questo“, dicendo che è una scelta sbagliata. Eppure… io vedo che Nabari ha tutte le potenzialità per spopolare, se non come un Signor Manga, quantomeno come piccolo universo parallelo agli shonen per ragazzi.

Miharu puccio

Un paio di informazioni facoltative:
La Dynit, casa editrice che ha messo in commercio i DVD il cui doppiaggio era stato fatto dalla CD Cinematografica, la quale aveva ingaggiato Fabrizio Mazzotta al doppiaggio – lavoro quantomeno perfetto – si è riservata, grazie a Nabari, un duplice posto nella serata di Mtv dedicata agli anime giapponesi. Di conseguenza, anche il canale televisivo più osannato d’Italia ha evidentemente avvertito nell’aria la vibrazione che questo matrimonio tra fangirl e Anime Night s’ha da fare; e io, da parte mia, quando c’è una così bella storia, e dei così piacevoli disegni, mi metto comodo sul divano e mi gusto Nabari, poi gli amanti di cose più “serie”, come vengono chiamati gli shonen che rasentano a volte l’etchi, possono andare a guardarsi gli episodi di Najica in streaming da qualche parte. È bello guardare le puntate su megavideo, l’hanno appena rinnovato.

Il mio ultimo consiglio, dopo assicurarmi di avervi incuriosito abbastanza da spingervi a leggere il manga per gustarvi appieno Nabari, può essere solo che: martedì alle 21.00 buttate un’occhiata ad Mtv, potreste rimanere piacevolmente sorpresi.

Alla LaLiHo prossima!