Fumetti: un appello in loro favore

Di ogni affronto possibile ed immaginabile che si possa ricevere, di ogni cosa sbagliata che una persona sconosciuta ci possa fare, la peggiore di tutte è sicuramente il plagio, e l’assenza di una legge che ne regolamenti la pena, che tuteli gli autori del panorama italiano.

Fumetteria

È così: in Italia non esiste una legge sui diritti d’autore dei fumettisti.

O meglio: esiste la legge sui diritti d’autore (n. 633 del 22 aprile 1941), la quale tutela NELLO SPECIFICO il cinema, la musica, la fotografia, la letteratura… ma NON il fumetto.
La proposta di legge si affacciò per la prima volta sul web nel 1998 (lontano anno in cui ancora internet sembrava un privilegio per pochi), ma solamente nel 2004 – sebbene nel 2000 se ne fosse parlato all’allora fu legislatura D’Alema, con approvazione e sottoscrizione di tutti i parlamentari – si ha una svolta decisiva, quando la legge arriva effettivamente in Senato.
Ivo Milazzo, co-autore – insieme a molti altri – e promotore dell’appello, in un’intervista rilasciata al giornale/sito Lo schermo – Lucca , non riesce a spiegarsi di preciso come sia possibile che in due legislazioni non sia stato coperto il “buco” presente nella legge tutt’ora. Tuttavia afferma che una parte di “colpa” risieda nella mancanza d’informazione ai vari ed eventuali autori, imprenditori e semplici appassionati di fumetto, i quali si ritrovano all’oscuro della faccenda con invece l’intento di aderire all’appello.

Si tratta di un’integrazione molto snella alla legge sul diritto di autore, la 633 del 22 aprile 1941. Da quel momento sono stati apportati miglioramenti negli altri settori. Noi, però, dobbiamo mettere ancora questo primo mattone” spiega Ivo Milazzo, aggiungendo che la loro lotta sta riscuotendo anche un discreto successo con i colleghi esteri, protetti dalla legge nazionale, da loro adeguata alle giuste normative (i paesi in questione sono Francia e Spagna, per citarne due).

Dunque è richiesto, necessariamente, l’adeguamento anche in Italia, da sempre un passo indietro su tutto (e… sì, mi piace criticare l’Italia, fatemelo fare almeno qui, che su Youtube rischio di vedermi bannato perché posto video anti-berlusconi).

L’appello non è politicamente schierato, ma cerca semplicemente di mettere il fumetto alla stregua delle altre arti.

Non solo quindi un passo avanti per valorizzare il fumetto in Italia, ma anche un’azione per tutelare il lavoro che ogni volta i nostri eroi del fumetto si smazzano per far sognare anche noi poveri malati di fumetti di ogni gusto ed età.

Tex willer

Alcune firme apposte sono quelle di: Ivo Milazzo, Milo Manara, Vittorio Giardino, Giorgio Cavazzano, Sergio Toppi, Napoli Comicon, Torino Comics, Luca Boschi, Corrado Mastantuono, Carlo Ambrosini, Claudio Nizzi. Vincenzo Cerami, Umberto Eco, Goffredo Fofi, Giulio Giorello, Moni Ovadia.

Appelliamoci dunque al nostro – ahimè – ministro della cultura Sandro Bondi, e a tutto il parlamento, per far riconoscere i diritti sulle proprie opere ai nostri autori!

Per aderire all’appello inviate una lettera firmata e la fotocopia di un documento a:
Ivo Milazzo,
via Fortunato Vinelli 9/18,
16043 Chiavari (Ge).

Alla laliho prossima!

Post Scriptum: Indirizzo pubblicato all’unico scopo e funzione di invio conferme d’appello, nel caso il signor Milazzo sia contrario al divulgare il qui presente indirizzo, Nanoda provvede a scusarsi e togliere immediatamente i dati.