Autoconclusivo

Autoconclusivo

Eccomi con un’altra nuova ficcy! Stavolta i protagonisti non saranno nè Shuichi, nè Ryuichi… ma bensì: Tohma!
È molto corta come fanfic… e raccoglie i pensieri di Tohma.
Beh, buona lettura!!! u.u

Discalaimers: I personaggi non sono miei ma di Maki Murakami che ne detiene tutti i diritti…

Lo detesto. Molto semplicemente detesto quel ragazzino!

Mi ha portato via ciò che avevo di più caro, la persona che mi dava la forza per andare avanti. Ogni tanto lo stress prendeva il sopravvento, troppo lavoro, però pensavo a lui, al mio Eiri e mi tornava la carica.

Mi sono sposato con sua sorella, Mika Uesugi, una bellissima ragazza, non si può negare, ma io non la amo. Le voglio bene solamente. Ma volete sapere perchè l’ho voluta come moglie? Per il semplice fatto che così avrei potuto stare vicino a Eiri.

Sono un gran bastardo, lo so anche da solo, me ne rendo conto, ma io amo quel ragazzo, è sempre stato così. Mi piace tutto di lui, adoro il suo carattere così chiuso e misterioso ma anche infinitamente triste.

Il passato lo perseguita. Io potrei aiutarlo, potrei stargli accanto perchè so ciò che gli è accaduto e invece lui ha scelto quel ragazzino che non sa assolutamente niente della sua infanzia. Per colpa sua, Eiri ha ricordato. Proprio quando pareva ci avesse messo una pietra sopra, ecco sbucare quel moccioso che ha rovinato tutto.

Ricordo ancora quel giorno in cui Eiri ha versato delle lacrime per colpa di Shindou. Da un lato ero felice, perchè si era sfogato con me, ma al solo pensiero che quel moccioso lo avesse ridotto in quello stato mi era venuta una gran voglia di cercarlo e spaccargli la faccia! Ancora adesso mi viene voglia di farlo.

Sì, sono geloso. Tohma Seguchi è geloso di Shuichi Shindou. Che vergogna… proprio lui doveva rubarmelo? Un ragazzino sciocco, infantile e… terribilmente fortunato!

Che rabbia. Sto diventando pazzo, vi prego aiutatemi, qualcuno uccida Shindou, lo faccia fuori, me lo tolga di mezzo, altrimenti potrei non rispondere più delle mie azioni e commettere un reato. So che prima o poi accadrà, per lo meno se non lo faccio fuori, lo picchierei così tanto che non riuscirebbe neppure ad alzarsi in piedi.

Abbasso per un attimo lo sguardo posandolo su una rivista. Lo vedo, la sua faccia sorridente e dannatamente odiosa. La mia rabbia è alle stelle, prendo la rivista e iniziò a strappare ogni pagina contente la sua orribile faccia, per poi lanciare i fogli accartocciati nel cestino.

Mi da sui nervi! Non so come faccia Eiri a sopportarlo. Quel moccioso non fa altro che frignare e lamentarsi.

Forse sto esagerando, me ne rendo conto, ma non reggerò a lungo.

Quello che più mi fa rabbia è che abbia scelto lui. Lui che si comporta come un tredicenne, lui che gli ha fatto ritornare in mente il passato, lui che è qualcosa in più di me. Io cosa sono per Eiri?

Adesso che ci penso, non sono nessuno per lui. Sono solamente il marito della sorella… niente di più.

Perchè adesso sto così male? Perchè mi sono ridotto in queste condizioni? Mi faccio pena… piango addirittura? E perchè? Perchè sono invidioso.

Come faccio a non pensarci? Come faccio a smettere di soffrire? Non c’è alcun modo. O forse si? Un modo c’è. Ma dannazione, così Shindou vincerebbe, così sarei io a perdere, a lui non cambierà assolutamente niente anzi, gli farei un favore.

Però… però… ora come ora è il mio desiderio più grande, perchè finalmente la smetterei di pensare.

Il mio sguardo si posa sulla finestra aperta. Cavolo… sembra un invito. Lentamente mi alzo dalla sedia, guardo un’ultima volta il volto del mio Eiri raffigurato in foto e mi dirigo verso quella tentatrice finestra.

“Addio amore mio, chissà cosa penserai dopo tutto questo? Chissà se verserai almeno una lacrima per me? Spero che con questo mio gesto tu possa dedicarmi una goccia del tuo dispiacere. Sarebbe già una piccola gioia per me.

Addio Shindou, maledetto bastardo, ti auguro davvero il peggio. Spero che Eiri si accorga del grosso errore che sta commettendo e che tu possa rimanere solo come un cane.”

E ora… Morte, signora mia, accoglimi fra le tue braccia. Amami almeno tu.