Autoconclusivo
Ed eccomi anke io questa è la mia prima fanfic spero ke vi piaccia đ
I personaggi di questa fic non sono mia invenzione ma dell’autrice murakami, la cui detiene tutti i diritti
Il genere è shonen ai, le coppie sn yuki e shuichi
un grazie a inu ke l’ha vista in anteprima e mi ha aiutata^^
“Accidenti devo sbrigarmi” guardai il grande orologio della chiesa che mi era di fronte “é mezzanotte meno un quarto… se non mi sbrigo perderò l’ultimo treno, perchè la metro chiude a mezzanotte…se ritardo Hiro mi uccide!!!” Shuichi correva a perdifiato lungo la strada che lo avrebbe condotto alla stazione pregando di fare in tempo prima che partisse l’ultima corsa. L’inverno era ormai alle porte e Shuichi sentiva l’aria fredda entrargli nei polmoni a ogni respiro ma non c’era tempo per riposarsi doveva sbrigarsi.
Poco distante da lui, dietro l’angolo, un’altra persona era immersa nei suoi pensieri, intento a leggere i fogli che teneva in mano e noncurante della strada, ma del resto a quell’ora non c’era praticamente nessuno…
Shuichi abbassò lo sguardo per vedere l’ora “mezzanotte meno dieci… porc!” non fece in tempo a rialzare lo sguardo, l’impatto fu così violento da scaraventarlo in terra.”Auch” emise nel toccare il suolo.
Quando alzò la testa e aprì gli occhi vide una pioggia di fogli cadere e depositarsi sparsi al suo fianco.
“Guarda dove metti i piedi ragazzino” davanti a lui si ergeva la figura di un uomo alto con lo sguardo severo e i capelli biondi. Shuichi restò a fissarlo per qualche secondo che a lui sembrò un’eternità…
“Mi..mi scusi” farfugliò confuso…e si accinse ad aiutarlo a raccogliere i fogli sparpagliati sul pavimento. Una volta raccolti glieli porse, poi come destatosi, improvvisamente gli tornò in mente che era tardissimo. “Ahhhh Hiro mi uccide” si lasciò sfuggire e senza aspettare risposta corse via in direzione della metropolitana.
L’uomo senza scomporsi raccolse l’ultimo foglio ancora sul pavimento e lo sistemò dietro gli altri poi riprese a camminare in direzione di casa.
“Fai che non sia già chiusa ” Shuichi correva a perdifiato incurante del dolore provocato dalla caduta.
“Eccolaaaaaaaa” ma il suo entusiamo durò meno di cinque secondi, ovvero non appena vide le inferriate che chiudevano il passaggio.
“NOOOOOOOOOOOOOO”.Gli occhi di Shuichi si riempirono di lacrime…”BHOOOOOO ED ORA COME FACCIOOOOOOOOOOOO”
Shuichi si attaccò alle sbarre del cancello “PERCHè NON MI AVETE ASPETTATOOOOOOO, ED ORA IO COME TORNO A CASA ME LO VOLETE DIREEEEEEEEE? APRITE QUESTO CANCELLOOOOOOO!”. Continuò a scuotere il cancello per qualche minuto dopo di che si rassegnò e cadde sulle ginocchia “se domani non arrivo in tempo alle prove Hiro mi uccide sul serio! Come posso fare, non ho un soldo e i taxi sono troppo cari…non mi resta che passare qui la notte ed attendere che domani mattina riapra..MALEDIZIONE!”
“Ragazzino se non la smetti di fare tutto questo rumore chiameranno la polizia”. La voce che proveniva dalle sue spalle gli era familiare, Shuichi si girò di scatto e di fronte a lui apparve la stessa persona con la quale si era scontrato poco prima all’angolo. Era da prima che aveva l’impressione che quel tipo avesse un aria familiare ma…dove poteva averlo visto?Quegl’occhi così intensi che ricordavano quelli di un gatto a causa delle sfumature che davano sul giallo, era sicuro di averli incontrati prima…già ma dove? Non riusciva proprio a ricordare….
Shuichi restò a contemplarlo in silenzio cercando di ricordarsi dove lo avesse visto quando vide che l’uomo stava frugando nelle tasche. Ne estrasse un fazzoletto e glielo porse “cosa ci dovrei fare?” si domandò frà se e se. Notando lo sguardo interrogativo del ragazzo gli disse “Il gomito…ti sanguina…”
Shuichi che non poteva fare a meno di guardarlo, afferrò il fazzoletto e farfugliò un “oh grazie ” imbarazzato.
“Comunque mi chiamo Shuichi…mi scusi per prima dovevo prendere l’ultimo treno prima che chiudesse e non guardavo dove andavo…” disse tamponando la ferita che ora gli doleva.
“Lo so ti ho visto nell’ufficio di Tohma…fai parte dei “Bad Luck”. Shuichi lo guardò incredulo, ecco dove lo aveva incontrato..anche se solo di sfuggita quello sguardo si era impresso nella sua mente..”non guardarmi così, Thoma è il marito di mia sorella..il mio nome è Yuki Eiri!”
Yuki Eiri pensò Shuichi …Yuki Eiri eppure lo ho già sentito nominare … ma subito la sua attenzione fu ricatturata dal cancello serrato.. era davvero in un bel pasticcio non solo aveva perso il treno ma non poteva neanche avvertire Hiro che non sarebbe tornato a casa quella sera…il suo cellulare era scarico, cosa poteva andare peggio?
“Allora ragazzino ti muovi o hai deciso di restare a dormire lì?” la voce di Yuki lo destò di soprassalto…”muovermi dice? e dove vuole che vada?” mentre pensava queste parole vide la mano tesa di Yuki, Shuichi si mise il fazzoletto in tasca e titubante l’afferrò.Trattosi in piedi vide l’uomo girarsi sui tacchi e incominciare ad incamminarsi…
Shuichi rimase a fissarlo in silenzio…
“Bhè ti muovi?”
Shuichi camminava dietro di lui a passo felpato. Si era fatta l’una e il freddo cominciava a sentirsi, come d’ inverno il fiatone finiva in una nuvoletta bianca davanti la bocca…Shuichi faticava a stargli dietro, era più basso di Yuki e la caduta ancora gli doleva il fondoschiena.
Passarono per una strada alberata seguita da una salita l’aria fredda dava un senso di limpidezza, la luna illuminava la strada priva di lampioni davanti a loro. Dopo una decina di minuti arrivarono davanti ad una villetta, Shuichi vide Yuki estrarre delle chiavi ed inserire un codice, probabilmente un allarme…
Yuki entrò e Shuichi dietro di lui vergognoso accennò un fievole “permesso”…
Yuki accese la luce si levò le scarpe ed appoggiò la giacca all’attaccapanni, Shuichi lo imitò ed entrambi si diressero verso la sala…
“Purtoppo non ho una stanza degli ospiti dovrai accontentarti del divano….” Shuichi si guardò intorno, la stanza era grande e il divano angolare contornava la parete seguito da una libreria su cui vi era appoggiato un televisore. Proseguendo si arrivava alla cucina mentre lungo il corridoio ci dovevano essere la stanza e il bagno…la casa era perfettamente ordinata nulla a che vedere con la sua stanza dove aveva sparso tutti i vesti in giro qua e la e varie cartacce e lattine sul pavimento….”Il bagno è in fondo a destra , accanto c’è il mio studio, se vuoi qualcosa serviti pure…” gli indicò la cucina poco distante.”Io devo finire il lavoro, se hai bisogno sono di la” e si apprestò a lasciare la stanza.
“Emhh..aspetta dovrei fare una telefonata, devo avvertire un amico che dormirò fuori altrimenti..” non fece in tempo a finire la frase perchè Yuki gli passò il telefono e uscì.
“Hiro?” “MA CHE FINE HAI FATTO??? LO SAI CHE ORE SONO?!?! MI SONO PREOCCUPATO DA MORIRE ….” “Lo so scusami è che ho perso l’ultimo treno…”
Shuichi cominciò a piagnucolare come al suo solito, sapeva che avrebbe funzionato, difatti Hiro si addolcì subito. “E dove sei ora?” “A casa di Yuki!” “E chi sarebbe?” non gli pareva di averlo mai sentito nominare. “Domani ti spiego. Buonanotte”.
Shuichi interruppe la conversazione…Aveva fame si girò in direzione dello studio di Yuki per chiedergli se volesse qualcosa ma quando si affacciò vide che era completamente assorto nel suo lavoro.
Aveva fame certo ma non voleva recare disturbo e al tempo stesso non si sarebbe neanche mai permesso di andare da solo in cucina…decise che avrebbe ingannato il tempo guardando un pò di tv.
Su un canale privato stavano trasmettendo il concerto dei Nittle Grasper.
Da sempre era stato un loro fan ed era a loro che si era ispirato sia nel suo modo di fare musica che di proporsi in pubblico.
Da quando aveva conosciuto Ryuichi poi… si era trovato subito in sintonia con lui, nonostante si sentisse nettamente inferiore professionalmente parlando, lo ammirava davvero molto, e poi era così gentile con lui, sempre allegro e disponibile.
Lui e il suo pupazzo Kumagoro…si chiedeva in quale angolo del palco lo avesse lasciato questa volta…sorrise al pensiero di Ryuichi vestito da Kumagoro ma vedendolo cantare si accorse di quanto lo cambiasse salire su quel palco…un’altra persona di un’ espressività e una presenza scenica uniche…
…”Huan” sbadigliò…”un giorno vorrei essere anche io così bravo…”. Non fece in tempo a finire di pensare la frase che si addormentò.
Yuki finì di scrivere il suo romanzo a notte fonda e solo allora sentì i morsi della fame attanargliargli lo stomaco…decise di andare in cucina a vedere cosa fosse rimasto nel frigo…
Uscendo dalla stanza sentì il televisore acceso e si rammentò di avere un ospite.
Entrò nella stanza, Shuichi stava dormendo. Yuki spense la tv e gli appoggiò un una coperta addosso, un leggero sorriso gli figurò sul volto quando lo sentì mugolare nel sonno. Restò a fissarlo qualche minuto poi andò in cucina si prese una birra e un tramezzino e se ne andò a letto.
Shuichi aprì gli occhi e guardò l’orologio..”LE NOVE??? MA é TARDISSIMOOOOOOOO” scese dal divano e corse in bagno ,si pettinò i capelli rosa e corse in cucina a cercare un foglio, ne prese uno da vicino il taccuino del telefono e vi scrisse “grazie dell’ospitalità scappo perchè sono in ritardo, buona giornata Shuichi”. Fece per uscire quando vide la coperta che era caduta dal divano…”ieri sera non c’era” pensò. “Ahhhh non ho tempo!”
La raccolse, la piegò e uscì di corsa diretto alla stazione…
Shuici calcolò che ci avrebbe impiegato pressappoco una ventina di minuti ad arrivare allo studio di registrazione…
All’entrata Sakano gli andò incontro.. “Come al solito arrivi puntuale per miracolo Hiroshi e Suguru ti stanno aspettando di sopra sbrigati”
“Corrooooooo” Shuichi si precipitò su per le scale e corse lungo il corridoio fino ad entrare nel camerino “Hiiiiiiiiiiiiiiiiiii”
Hiro intento ad accordare la chitarra alzò lo sguardo e gli andò incontro. “Eccoti qua finalmente, ora tu mi racconti per filo e per segno cosa hai fatto ieri sera” disse prendendolo sotto braccio e dandogli dei leggeri pugni sulla testa. Shuichi gli raccontò quanto successo e Hiro lo guardò con occhi languidi, ma non fece in tempo a pronunciarsi in quanto il manager K entrò e diede inizio alle registrazioni. “Vai con Blind Game Again” disse Hiro.
Terminate le prove Shuichi pensò che non vedeva l’ora di andare a casa per farsi un bel bagno…ne aveva davvero bisogno, aveva addirittura rifiutato l’invito di andare a bere qualcosa con Hiro.
Finalmente era venerdì e si sarebbe goduto due giorni di meritato riposo.
“Hiro mi daresti un passaggio fino a casa? Sono stanco morto ” piagnucolò “Eh sai che non posso resistere quando fai gli occhi dolci eh…sali avanti!”. Shuichi si infilò il casco e salì sulla moto appoggiando le mani sulle maniglie posteriori…
“Mi pare che le prove siano andate più che bene oggi, saremo pronti per il mega concerto che K ha deciso di allestire per il prossimo mese che dici?” il rombo del motore e il vento ormai non davano più fastidio ai due che parevano non accorgersi nemmeno della loro esistenza “Credo di si ” rispose Hiro. “Ce la metteremo tutta vedrai Ryuichi sarai fiero di me” pensò tra sè e sè Shuichi.
Arrivati a destinazione Shuichi scese slacciandosi il casco e porgendolo ad Hiro che lo agganciò al manubrio.
“Ci vediamo domenica allora” “Ok buona serata Hiro,grazie”.
Shuichi si diresse verso la porta e mise la mano in tasca per prendere le chiavi ma…cosa aveva in tasca? Sembrava…stoffa?!?!?! Estrasse il contenuto della tasca e si trovò un fazzoletto macchiato di sangue tra le mani…”Ma certo ..devo ridarglielo ora lo lavo e poi glielo porto”.
Entrò in casa e si diresse in bagno ad aprire l’acqua della vasca, lavò il fazzoletto, poi andò nella sua stanza…come al solito i testi delle canzoni erano sparsi sulla scrivania, si spogliò lasciando cadere i vestiti in terra prese un asciugamano dall’armadio, se lo legò intorno alla vita e si diresse in bagno dove si immerse nell’acqua bollente fino alle spalle.
Uscito si asciugò e si diresse nuovamente nella sua stanza dove mise l’ultimo cd dei Nittle Grasper, si infilò il pigiama e si lasciò cadere sul letto dove si abbandonò al sonno.
Il giorno dopo Shuichi fu destato dai raggi del sole che filtravano attraverso la finestra…aprì gli occhi, a giudicare dall’intensità e dal calore dovevano essere all’incirca le due del pomeriggio…
Si alzò frugò nell’ armadio e prese i primi vestiti che gli capitarono sotto mano, poi si diresse in bagno dove si preparò per uscire.
Prima di uscire prese il fazzoletto e se lo mise in tasca.
Shuichi si chiese se faceva bene ad andare a casa di Yuki senza preavviso di sabato pomeriggio pensò che male che fosse andato gli avrebbe lasciato il fazzoletto nella cassetta delle lettere e se ne sarebbe tornato a casa a dormire…
Al pensiero di rivedere quell’ uomo fu colto da una strana sensazione che non seppe spiegarsi, un misto di inquietudine ed emozione… quello sguardo non riusciva a levarselo dalla testa aveva qualcosa di profondo ed oscuro ma allo stesso tempo dolce e gentile.
Arrivato davanti la casa di Yuki suonò al citofono…
Nessuna risposta….
“Mhh non ci sta…dovevo immaginarlo…vabbhè poco male lo lascerò nella cassetta!”
Si avvicinò per infilarlo quando udì una voce che aveva tutta l’aria d’essere di chi si era appena svegliato.
“Mhh si chi è?” “Oh no l’ho svegliato..ed ora?” Shuichi era tentato di non rispondere. “Insomma chi è?” disse la voce dall’altra parte questa volta con un tono alterato. “Emh s-sono Shuichi sono venuto a riportarti il fazzoletto scusami non volevo svegliarti te lo lascio qui nella cassetta e me ne vado subito!
“Sali ormai mi hai svegliato…” disse.
Shuichi fu colto dal panico e fu tentato di fuggire ma il pensiero della vendetta che Yuki avrebbe architettato lo fece desistere…
Con il cuore in gola salì le scale che aveva percorso due giorni prima e suonò il campanello.
Quando Yuki aprì la porta si trovò di fronte due mani congiunte e due occhi pieni di lacrime che imploravano il suo perdono…a stento trattenne una risata.”Vieni entra” disse con la voce ancora assonnata”
“Perdonami avrei dovuto immaginarlo che stavi dormendo….” si scusò “è solo che volevo ridarti questo…” Shuichi gli porse il fazzoletto..Yuki lo afferrò per il polso e avvicinandosi gli sussurrò “ok ora dimmi il vero motivo per cui sei venuto…” Shuichi era come paralizzato non poteva fare a meno di guardarlo negli occhi, il suo sguardo era magnetico. “Ma ma è questo il motivo… cosa intende per vero motivo?” Shuichi si sentiva avvampare sotto lo sguardo di Yuki, i suoi occhi erano così intensi e profondi che aveva il dubbio potessero leggergli nel pensiero, e se davvero poteva farlo? Shuichi arrossì ulteriormente…
“Fammi capire…tu ti presenti a casa mia di sabato pomeriggio solo per ridarmi un fazzoletto che avresti potuto lasciare tranquillamente nella buca delle lettere o meglio dare a Thoma invece di farti più di 20 minuti di treno…e speri che io ci creda ragazzino?” disse Yuki con aria ironica
“Si!” Rispose candidamente Shuichi ormai completamente rosso in volto. “Quale altro motivo avrei dovuto avere per..” “Per vedermi ovvio!” Rispose Yuki con un leggero sorriso malizioso sulle labbra. “M-ma che stai dicendo?” riuscì a malapena a dire…”Vuoi forse negare l’evidenza?”
Yuki si avvicinò ancora di più al volto di Shuichi fino quasi a sfiorare le sue labbra.. “Ho ragione, potresti fermarmi ma non lo fai…” Shuichi irritato dalle sue parole fece per sottrarsi ma la presa era troppo salda “Come faccio a fermarti…se non molli la presa” disse con un filo quasi impercettibile di voce…”Se davvero lo volessi mi fermeresti” disse Yuki prima di baciare le sue candide labbra.
Shuichi lasciò cadere il fazzoletto che aveva stretto fino ad allora e capì che ormai non c’era più nulla da fare era intrappolato nella sua tela e non poteva più uscirne, il suo cuore ora batteva così forte che per un momento ebbe paura che Yuki potesse sentirne il rumore.
Si domandò come era possibile che lui si stesse baciando con Yuki .
Yuki era, era un uomo e per di più uno sconosciuto eppure c’era qualcosa in lui che lo attirava più di una calamita, che fosse il suo modo di fare? Il suo mantenere le distanze? Il suo carattere ambiguo? I suoi occhi così freddi eppure cosi intensi? Shuichi non riusciva a trovare una spiegazione nè a respingere quel bacio così passionale che gli faceva girare la testa.
Si sentiva soffocato da quei sentimenti per lui così nuovi e violenti.
Sentiva che quella relazione lo avrebbe portato a soffrire, sentiva che Yuki soffriva per qualcosa a lui ignoto..ma ora che ci pensava, poteva definirla relazione?
I dubbi lo assalirono ma nonostante questo non riuscì a fermare i suoi baci e si lasciò trasportare da quello che gli diceva il cuore.
Si lasciò carezzare i il viso, si liberò della presa per mettergli le braccia attorno al collo e sentire il calore del suo corpo e per un momento gli parve che anche il cuore di Yuki battesse forte come il suo ma forse erano solo le fantasie di un ragazzino.
Affondò le dita tra i suoi morbidi capelli biondi e gli tornarono in mente le parole di Yuki “ora dimmi il vero motivo per cui sei venuto” “era questo ciò che voleva fin dall’inizio?” non riusciva a darsi una risposta ma ora non contava più…contavano solo i baci di Yuki solo potergli stare vicino…era questo che voleva.
Si lasciò trasportare da Yuki sul divano situato dietro di loro, lo stesso divano dove si svegliò il mattino successivo coperto da un lenzuolo e tra le braccia di Yuki che dormiva accanto a lui.
“Sembra un angelo quando dorme” pensò tra sè e sè.. chissà che direbbe Hiro se sapesse…HIRO! ACCIDENTI MI ERO SCORDATO!!!! Shuichi passò il braccio sopra la testa di Yuki e afferrò l’orologio sul tavolo affianco a divano…le undici “LE UNDICI!!!DEVO SBRIGARMI” Si alzò cercando di fare il minor rumore possibile ma Yuki si svegliò “Dove stai andando?” chiese con la voce ancora impastata dal sonno “Ho appuntamento con Hiro per discutere del concerto che terremo il mese prossimo insieme ai Nittle Grasper non vedo l’ora, sarà il nostro debutto, verrai a vederci vero Yuki? “Disse con gli occhi che gli brillavano “Uhm capisco” fu la risposta di Yuki.
Shuichi non si scoraggiò aveva capito che appena sveglio non era mai di buon umore.
Yuki si alzò e si diresse verso la cucina.”Non mangi nulla?” chiese “No non ho tempoooo” si sentì urlare dal bagno.
Quando ebbe finito di prepararsi Shuichi si diresse di corsa e rumorosamente verso l’uscita “ma perchè deve fare tutto questo casino di prima mattina” borbottò Yuki che si stava preparando il caffè.
Shuichi aveva aperto la porta di casa quando la richiuse bruscamente per correre in cucina, saltare al collo di Yuki e dirgli “buona giornata” accompagnato da un bacio sulla guancia.
Dopo di chè riscappò veloce come un fulmine in direzione del corridoio dove Yuki lo vide scomparire.
Sul volto di Yuki apparve un leggero rossore che svanì al fischio del caffè…
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