Scritto da Toru Fujisawa, il manga Shonan Junai Gumi tratta delle vicende dei giovani Eikichi Onizuka e Ryuji Danma, chiamati Oni-Baku. I protagonisti sono i bosozoku di Shonan Junai Gumi, che vivono giornate segnate da lotte tra bande, viaggi in motocicletta, amori e ribellione. Gli Oni-Baku però non hanno fortuna con le ragazze, per questo tenteranno in tutti i modi di ribaltare la loro sorte. L’opera riesce a trasmettere molto bene il senso di leggerezza ma anche di cambiamento che contraddistingue l’adolescenza e incarna appieno il titolo originale: La banda dell’amore puro di Shonan.
La storia è il prequel del celeberrimo Great Teacher Onizuka, ed infatti è lo stesso mangaka a creare entrambi i lavori. In Italia il manga è uscito per Dynit, con il titolo La banda dell’amore puro di Shonan ed è però più conosciuto con il nome Young GTO – Le avventure del giovane GTO.
Fattore Time Walker
Per capire ancora meglio lo spirito della serie Onizuka e Danma, dobbiamo fare un passo indietro. Già dagli anni ’50 si diffondono in Giappone i kaminari, cioè giovani che fanno gare di velocità in sella a motociclette molto rumorose (kaminari vuol dire proprio tuono). Negli anni successivi, a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, si presenta un fenomeno
che coinvolge i giovani scontenti della società e che non si uniformano alle regole scolastiche. Il nome di questa sottocultura è bosozoku. I giovani adottano un sistema di valori che ha le proprie radici nel bushido, si organizzano in bande e creano diversi simboli identitari (come le moto modificate).
Il look e le moto dei bosozoku di Shonan Junai Gumi
L’uniforme del bosozoku è il tokkofuku cioè una versione modificata degli abiti dei piloti kamikaze. L’uniforme è ricamata con il nome specifico del gruppo di appartenenza sulla schiena, frasi e simboli nazionalisti. Altri aspetti stilistici includono i dokajan (maglioni dei lavoratori edili), sentofuku (tute da lavoro delle organizzazioni di destra), mascherine antinfluenzali (per evitare di essere riconosciuti); ma anche bandiere e acconciature particolari.
La moto è il cuore dell’appartenente al bosozoku: i veicoli modificati possono avere sedili alti, telai personalizzati, verniciature colorate e una testata a tubi multipli per creare un rombo molto forte.
L’anticonformismo
Se inizialmente la ribellione sociale è caratterizzata dal disturbo della quieta pubblica, con scorribande stradali e risse, ben presto questa si trasforma in atti criminali veri e propri, che la polizia fa fatica a contenere e si accontenta di controllare senza intervenire troppo. Se i giovani bosozoku si lasciano andare ad atti criminali (rapendo, uccidendo e ferendo membri delle bande rivali), è anche possibile ritrovarli in attività innocue, come disertare le lezioni scolastiche e giocare a carte per strada.
Negli anni poi la sottocultura bosozoku assume i contorni di una moda. I simboli e gli stili vengono mercificati e trasformati in prodotti da vendere al grande pubblico, indebolendo così la forza sovversiva del movimento.
Ad oggi i giovani che facevano parte delle bande hanno abbandonato quella vita. Sono rientrati in società, oppure si sono affiliati alla yakuza (la mafia giapponese). I bosozoku sono quasi spariti, sostituiti da appassionati di moto di quell’epoca che si riuniscono senza fini criminali.
Il manga è poi diventato una serie OAV (produzioni anime pubblicate direttamente per il mercato home video senza prima uscire in TV o al cinema) e un film live action.
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