Lucca Comics 2019: Press Café con Hirohiko Araki

Ed ecco il primo di una lunga serie di interviste e incontri che abbiamo fatto nel corso di Lucca Comics & Games 2019. Apriamo le danze in grande stile con l’autore, almeno per quanto mi riguarda, più importante tra gli ospiti di quest’ultima edizione, che ha regalato la felicità ai suoi fan con la sua sola presenza, inondando la città toscana di cosplayer che indossavano i panni dei tantissimi personaggi della lunghissima saga  lui firmata, Le Bizzarre Avventure di JoJo.

A tutti gli eventi al pubblico c’era divieto categorico di fotografie o riprese video, mentre al press café era stato concesso ai membri della stampa, di cui facevamo parte anche noi, di fotografare liberamente il sensei, ma con il divieto attivo di non filmare l’incontro.

Volete sapere di cosa abbiamo parlato? Allora continuate la lettura.


Vorremmo sapere qual è il processo creativo del look dei suoi personaggi?

Araki: Mi baso principalmente su persone comuni che incontro durante la vita di tutti i giorni, persone con un aspetto un po’ particolare, con abiti molto colorati, che per qualche ragione hanno attirato la mia attenzione. A volte chiedo anche di fare delle foto a queste persone che, manipolando poi inquadrature, mi danno degli spunti per creare i personaggi. Inoltre aggiungiamo la mia grande passione per l’Italia, con le statue classiche.

Come ha reagito il mercato giapponese al lavoro di Araki, in un manga in cui le figure sono così tanto ispirate a modelli di bellezza e di raffigurazione occidentale e di stampo neoclassico?

Araki: Questo stile l’ho appreso dai viaggi che ho fatto da giovane in Italia, ovvero dalle visite nei musei. Per me disegnare così è piuttosto naturale e credo che anche i lettori giapponesi l’abbiano apprezzato e accettato in maniera molto spontanea. Di contro, se dovessi fare qualcosa come scrittore giapponese, non mi risulterebbe facile.

Sensei è stato scelto per disegnare un poster ufficiale delle Paralimpiadi di Tokyo 2020: ci potrebbe raccontare di come ha ricevuto questa proposta e parlarci del progetto?

Araki: Non ne ho idea, sono molto grato d’essere stato scelto, ma non ne conosco la ragione, forse per delle mostre che ho fatto. Al momento non ho ancora concluso il disegno, ma vi assicuro che sarà una splendida figata!

Qual è stata l’ispirazione per la creazione di Jonathan Joestar e quindi di Phantom Blood?

Araki: Questa è facilissima! In Giappone c’è una famosa catena di ristoranti aperti 24 ore su 24 in stile family restaurant chiamata Jonathan’s. Il personaggio è venuto fuori dal fatto che volevo disegnare un macho italiano, ma il ristorante è in stile americano.

Quando Jojolion si concluderà, quale sarà il futuro della serie? Ha già dei progetti?

Araki: Non ci ho ancora pensato. Non ho idea di che disegnerò dopo.

Conosce il fumetto supereroistico e se sì come ha influenzato la sua produzione?

Araki: Non sono un fan di fumetti americani supereroistici, da giovane però ho letto diversi fumetti francesi. Mi piace un po’ Spider-Man, ma ritengo che i supereroi siano molto incentrati su se stessi e abbiano la tendenza a piangersi un po’ troppo addosso, preferirei personaggi che abbiano maggiormente i piedi per terra, più realistici.

Se le chiedessero di collaborare alla realizzazione di un film, in Italia o all’estero, che genere preferirebbe realizzare e di quale autore?

Araki: Mi piacciono i film horror, ma di genere più realistico, come The Walking Dead.

Shinji Kakaroth: Questa estate si è conclusa in animazione la saga di JoJo ambientata in Italia. Quando ho letto il manga sono rimasto molto stupito quando il gruppo di Giorno e Bucciarati, ha preso la scelta se combattere contro il Boss o meno. In quella scelta Fugo Pannacotta, ha lasciato il gruppo. Io m’aspettavo che sarebbe ritornato più tardi sarebbe ritornato, invece non è successo, per cui cosa è successo a Fugo?

Araki: Vento Aureo veniva pubblicato su Shonen Jump che è una rivista per ragazzini e adolescenti: secondo me la cosa più brutta per un bambino è il tradimento, e in quella scena loro tradiscono il boss. Se avessi mostrato ancora Fugo, che ha tradito il gruppo, sarebbe stato un impatto più triste e pesante per i lettori, per cui ho preferito concentrarmi sul gruppo e abbandonare Fugo completamente. Bella domanda.

Come mai, alla fine della sesta parte Stone Ocean, si è deciso di resettare l’universo narrativo di JoJo introducendo un cast di personaggi tutti nuovi e tagliando quasi completamente qualsiasi riferimento al passato?

Araki: La scelta è stata molto dura ma ero arrivato al punto in cui la storia aveva raggiunto la sua naturale conclusione. Ma questo processo mi ha permesso di ripartire da una rinascita e l’abbandono dei personaggi non è reale, perché poi rinascono con aspetti leggermente diversi.

Come è cambiato il suo stile nell’approccio con la serie nel corso degli anni?

Araki: Di certo è cambiato, perché cambiando i personaggi cambia anche la storia, ma quello che rimane, che lega la storia è l’anima e il loro spirito che rimane e viene ereditato dagli altri che verranno. Quando ho disegnato Phantom Blood penso fosse strano vedere il protagonista morire, ma quello che trasmette ai personaggi seguenti è lo spirito, il cuore e i valori che rimarranno per tutta la saga. All’inizio i personaggi erano tutti molto muscolosi e forti fisicamente, attraverso il potere delle Onde Concentriche, ma questa spiritualità mi ha portato alla creazione degli Stand, come spiriti guardiani.

Come nasce uno Stand, i suoi poteri? A cosa si ispira? Quanto tempo ci mette per concepire un nuovo Stand per i suoi personaggi?

Araki: I poteri di uno Stand sono la manifestazione del cuore e della forte spiritualità dei personaggi: come spiriti guardiani incarnano le caratteristiche più profonde di ognuno di essi, anche se i loro poteri non sono visibili a occhio nudo, l’anima dei personaggi di JoJo.

Tutti i poteri più forti hanno a che fare con il tempo o la capacità di manipolarlo. Come mai è così importante il tempo per Hirohiko Araki?

Araki: Il potere di manipolare il tempo e il concetto stesso dello scorrere del tempo è assolutamente quello più forte che ci sia, e come tale ho voluto dare agli antagonisti finali delle varie parti la capacità di manipolarlo per far capire al lettore la loro vera potenza. E’ qualcosa che mi affascina molto.

Qual è stata l’ispirazione dietro al personaggio molto razionale di Yoshikage Kira?

Araki: Quando ho creato Yoshikage Kira ho letteralmente immaginato se il mio vicino di casa fosse un assassino. Ma un personaggio simile sicuramente non darebbe nell’occhio, dovrebbe essere una persone comune molto tranquilla, in casa sua, con degli hobby e delle abitudini… Kira è un personaggio particolarmente forte proprio perché accetta la sua natura, sa come è fatto, guarda oltre e affronta la vita di conseguenza. Mi piace tanto parlare di assassini e ho letto tanti libri a proposito.

Sappiamo la sua passione per la moda. Ha per caso in cantiere qualche altra collaborazione come quella con Gucci e quali sono i suoi stilisti preferiti al momento?

Araki: Intanto ringrazio tanto Gucci per la collaborazione di tanti anni fa. Da giovane mi piaceva molto lo stile di Versace, come le spille. Al momento non ho in programma nessuna collaborazione con stilisti.

Qual è l suo personaggio preferito di JoJo?

Shigechi (Shigekiyo Yangu) di Diamond is Unbreakable, quel tipo grassottello che viene ucciso malissimo da Kira. Il tipo che raccoglie le monetine.

Qual è la sua parte preferita de Le Bizzarre Avventure di JoJo?

Araki: Credo sia, Diamond is Unbreakable, a causa del setting molto familiare di Morio-cho, che ho ideato a partire da Sendai, la città in cui sono nato e cresciuto.

Haruki Murakami usa la sua passione musicale creando mondi alternativi. Crede ci siano similitudini tra la sua opera e quelle di Murakami?

Non conosco Murakami, ma non penso ci sia una similitudine. Non conosco il processo creativo di Murakami, ma per me è naturale sentire musica tutti i giorni. Io sono già venuto a Lucca per Puccini.

Come mai il personaggio di DIO è l’unico ad aver in qualche modo oltrepassato anche il muro del reset dell’universo attraverso il proprio Stand?

Araki: Ho riflettuto molto sul personaggio di DIO che è molto forte. Pensare a lui che è così forte e faccia così tanta paura perché non ha un senso di responsabilità ed è un po’ un’antitesi di quel che rappresenta la famiglia Joestar. Mi affascinava molto il fatto che un simile anatema venisse tramandato nel tempo tramite la resurrezione. È così forte che non poteva morire così, e questo discorso in Giappone  spaventa molto i lettori e ha molto effetto su di loro, serve per far capire quanto DIO sia effettivamente potente, da riuscire a superare i limiti della storia.


E anche per questa volta abbiamo finito! Ma non è tutto qui, il sensei ha presenziato ad altri incontri!

Volete sapere di cosa ha parlato? Continuate a seguirci!

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