Al Napoli Comicon di quest’anno c’erano diversi grandi autori ospiti, tra cui Ryuhei Tamura, autore noto per il demenzialissimo manga di combattimenti Beelzebub, pubblicata da Star Comics in Italia.
In quell’occasione siamo riusciti a intervistare il maestro, ecco cosa ci ha raccontato!
Coldfire: Ci può parlare di quando ha deciso di voler diventare un mangaka?
Tamura: Ho iniziato a disegnare verso in 5° o 6° elementare (in Giappone la scuola elementare finisce al sesto anno) perché avevo degli amici a cui piacevano tanto i manga. Assieme a loro ho cominciato a fare manga a scarabocchi, e dato che la cosa era davvero divertente ho deciso di diventare un mangaka.
Coldfire: Quale autore ha più influito sul suo stile di disegno?
Tamura: Direi che ci sono tantissimi mangaka che mi hanno influenzato, ma il primo in assoluto sia stato Akira Toriyama (Dr.Slump e Arale, Dragon Ball), poi sicuramente Masami Yuuki (Patlabor). Credo che questi siano i due che mi hanno influenzato maggiormente.
Coldfire: Ci può parlare di quando è entrato finalmente nel mondo dei manga? Sappiamo che ha fatto gavetta come assistente di Toshiaki Iwashiro, com’è stata la sua vita prima del debutto?
Tamura: Prima di andare a vivere a Tokyo abitavo ancora con i miei genitori, e provavo a disegnare da solo, e a lungo andare mi è venuto come un blocco. Per cui ho deciso di andare a vivere a Tokyo, entrando nel mondo dei manga come assistente del maestro Iwashiro. Lì c’erano tanti altri giovani assistenti come me, per cui disegnavamo e lavoravamo assieme come buoni rivali. Quest’esperienza mi ha aiutato molto.
Coldfire: Ci può dire come è nata l’idea per creare Beelzebub e se è rimasto sorpreso quando ha riscosso così tanto successo?
Tamura: Prima di creare Beelzebub ho disegnato diverse one-shot, tra cui una con dei teppisti. Poi mi sono accorto che era molto divertente scrivere un manga con dei teppisti come protagonisti, per cui per la mia serie ho voluto sfruttare nuovamente l’idea del protagonista teppista, pensando di aggiungere altri elementi per renderla un’opera più fresca e divertente. Ho avuto quest’immagine di un teppista e un bimbo piccolo e poi ho pensato che svilupparci sopra una storia sarebbe stato molto divertente. Per rispondere alla seconda domanda, non credo che Beelzebub sia diventato un così gran successo, ma quando ho avuto un riscontro da parte del pubblico sono rimasto stupito. Per quanto riguarda Shonen Jump ci sono solitamente serie che finiscono dopo anche una dozzina di capitoli, per cui all’inizio avevo il timore che anche la mia opera avrebbe potuto fare quella fine. Eppure, mentre continuavo a disegnare, capitolo dopo capitolo, la serie continuava e non sapevo dove sarei arrivato e mi sentivo sotto pressione.
Coldfire: La cosa che mi è più piaciuta all’inizio della serie era quel gergo da “favola” con il “c’era una volta/mukashi mukashi”. Come mai poi non ha continuato a seguire quello stile narrativo così comico e caratteristico?
Tamura: Anche a me piaceva tanto l’inizio col gergo da favola “c’era una volta/mukashi mukashi”. E “c’era una volta un gentile ragazzo…” ma voltata la pagina c’è Oga con tutti i ragazzi sconfitti, che subito dà idea del carattere del personaggio, per cui credo sia azzeccato per l’inizio del manga. Però se avessi continuato così, ho pensato che anche i lettori si sarebbero stufati, per cui l’ho utilizzato solo una volta.
Coldfire: Beelzebub è stato pubblicato su Shonen Jump, una delle più vendute riviste contenitori settimanali, è stata dura riuscire a rispettare le scadenze e tenere il passo con questo tipo di pubblicazione?
Tamura: Quando l’ho iniziato, c’erano moltissimi autori nuovi che iniziavano la serializzazione, e tutti non si rendono conto all’inizio della quantità di lavoro che bisogna consegnare (19 pagine) nell’arco di una settimana. Non avendo mai lavorato con queste tempistiche, non ci si rende conto di come bisogna dividere il proprio tempo. Per cui bisogna creare una storia in 2-3 giorni, e a volte mi veniva il timore che se avessi dormito non sarei riuscito a creare la storia. Per cui non dormivo molto, e nonostante non dormissi dovevo comunque disegnare qualcosa. Era molto faticoso. Ma man mano che prosegue la serializzazione, si prende un certo ritmo.
Coldfire: La serie parte come uno shonen commedia delinquenziale per svilupparsi poi in uno shonen pieno di azione e combattimenti, mantenendo comunque quel sottofondo comico. Quando idea e disegna le scene, quale preferisce di più, le scene comiche e demenziali oppure le scene di lotta frenetica?
Tamura: Mi piacciono entrambi, ma credo mi vengano meglio le scene comiche.
Coldfire: Ora passiamo a parlare dei personaggi, Oga è il protagonista indiscusso della serie, nonostante sia un teppista crudele, finisce per mostrare in più di un’occasione il suo cuore tenero pronto ad aiutare il prossimo. Come mai ha deciso di utilizzare come protagonista della serie un vero anti-eroe, che usa la violenza per risolvere quasi ogni problema?
Tamura: L’esempio dello stereotipo dell’eroe lo si può trovare nei comics americani, seguendo i concetti tipici di giustizia. Per cui si comprende subito come debba essere un eroe. Nel mio caso volevo utilizzare un protagonista un po’ misterioso, che non faccia subito capire che tipo di carattere abbia, altrimenti sarebbe mancato di fascino. Solitamente nei manga dei teppisti, i personaggi sono così, ovvero hanno un aspetto cattivo e da duri, ma hanno un cuore gentile sotto sotto.
Coldfire: Molti dei coprotagonisti sono entrati nei cuori dei lettori come la bella Hilda, che in seguito rivela una seconda personalità. Come ha ideato il personaggio di Hilda? Doveva essere la controparte femminile di Oga o aggiungere un elemento estetico?
Tamura: In realtà non l’ho pensata come una controparte di Oga al femminile, ma visto che il bambino era figlio di Satana, doveva esserci qualche servitore che gli dovesse fare da balia. Per cui dato che all’epoca andavano molto di moda le gothic lolita, ho ideato Hilda con quel vestito.
Coldfire: Ora ci parli di uno degli altri coprotagonisti preferiti di Beelzebub, qual è il suo preferito? (Quello di Shinji Kakaroth è Kunieda XD)
Tamura: Anche a me piace molto Kunieda, ma in generale mi piacciono un po’ tutti i personaggi che ho creato. Ma quelli più facili da disegnare sono Oga e Beel in coppia. Beel poi è molto facile da disegnare, per cui lo adoro.
Coldfire: Furuichi è l’amico d’infanzia di Oga, debole e impotente rispetto all’amico, finisce sempre per prenderle, venire rapito o in situazioni demenziali imbarazzanti con Alaindelon, o finire per essere considerato un pedofilo. Ci può parlare della sua creazione e come è finito per diventare il personaggio che conosciamo e amiamo?
Tamura: Furuichi è nato proprio come il tipico amico d’infanzia di Oga, e inizialmente sarebbe dovuto essere semplicemente un bel ragazzo, solo che man mano che passava il tempo e aumentavano i pesonaggi, a forza di rispondere alle battute con gli altri personaggi è diventato il tipo che tutti prendono in giro, ma nonostante tutto lui riesce a gestire bene le cose, anche nelle situazioni un po’ imbarazzanti.
Coldfire: Se potesse identificarsi con un personaggio del suo manga, chi la rispecchierebbe maggiormente?
Tamura: Senza dubbio Furuichi, però non sono pedofilo.
Coldfire: Ci può parlare della conclusione della serializzazione su Shonen Jump e l’inizio delle storie brevi che ha pubblicato su Jump Next?
Tamura: Per continuare a pubblicare su una rivista settimanale come Shonen Jump avrei dovuto continuare a seguire un filo di storia. Anche se spesso avrei voluto disegnare scene diverse, non riuscivo a inserirle, perché la serie proseguiva frenetica in un’altra direzione. Quindi avevo in mente di disegnare delle storie extra, per cui una volta finita la serializzazione su Jump Next ho continuato a disegnare storielle spinoff.
Coldfire: Qual è il suo sogno per il futuro?
Tamura: Sicuramente di poter disegnare nuovamente in futuro una nuova storia per una serie nuova, che possa accontentare i miei fan.
Se volete dare un’occhiata perché ancora non conoscete Beelzebub, allora potete passare dallo Sfoglia Online!
Bene ragazzi, vi do appuntamento prossimamente con l’intervista di un altro degli autori del Comicon, Yoshiki Tonogai.
Bella intervista.
Nooo, me lo immaginavo diverso!! Pensavo rispecchiasse i suoi personaggi, me lo vedevo palestrato, piercingato e anche un po’ tatuato.