Anche questa settimana siamo pronti a farvi partecipi delle interviste che ho svolto a Lucca Comics&Gamse 2014.
Questa volta non intervisto un cantante o un mangaka, bensì un vero e proprio artista, che quest’anno aveva una mostra personale all’interno della chiesa di San Francesco.
Shinji Kakaroth: Potrebbe presentarsi ai nostri lettori?
Wakasa: Sono Shinichi Wakasa, e vengo da Hiroshima in Giappone qui a Lucca Comics. Il mio percorso artistico mi ha portato a studiare le traduzioni del mio paese in tutta la sua continuità, ovvero com’era un tempo e com’è adesso, cercando di sintetizzarlo nelle mie opere. Avendo avuto l’occasione di essere venuto qui, sono venuto a presentare il mio percorso.
Shinji Kakaroth: Ci può parlare della sua giovinezza e quando ha deciso di avvicinarsi al mondo dell’arte e se da giovane leggeva manga?
Wakasa: Da piccolo, un po’ come tutti i bambini, piuttosto che studiare preferivo leggere manga, guardare anime e giocare ai videogiochi, per cui è stato una parte significativa della mia infanzia. Anche il mio avvicinarmi al mondo dell’arte è stato condizionato dall’influenza che hanno avuto i manga e gli anime.
Shinji Kakaroth: Ha avuto ispirazione da un autore per intraprendere questo piano artistico?
Wakasa: Il passaggio da leggere manga a creare le mie opere, ovviamente non è stato immediato. Sicuramente la mia scelta è stata condizionata dalle mie letture, all’epoca Dragon Ball di Akira Toriyama, mi aveva davvero appassionato e impressionato. A quei tempi era una conoscenza comune tra i giovani, per cui se non si conosceva era anche difficile parlare con i propri coetanei. Credo che se non ci fosse stato Dragon Ball, non sarei stato portato a fare questo salto.
Shinji Kakaroth: Quando ha iniziato a dipingere le prime illustrazioni e i primi quadri, che stato d’animo aveva e cosa pensava di ottenere in futuro?
Wakasa: È stata una cosa abbastanza spontanea, provando a creare qualcosa ho scoperto che mi dava delle sensazioni piacevoli, a livello emotivo, per cui ho capito che era quello che volevo fare.
Shinji Kakaroth: I suoi quadri non hanno un aspetto classico. Sono immagini molto forti e a volte anche un po’ incomprensibili per un pubblico che non è esperto d’arte, io per primo. Perché ha deciso di usare questo stile di pittura per esprimersi?
Wakasa: La cosa si può riassumere nel fatto che ogni artista abbia bisogno di esprimersi con una sua originalità, fare qualcosa già fatto da altri ha poco senso. Per cui sentivo l’esigenza di rappresentare me stesso e la mia essenza, in un modo particolare.
Shinji Kakaroth: In che ramo dell’arte si considera? Un artista di cultura Pop?
Wakasa: Personalmente non mi considero all’interno di alcuna corrente. Immagino che i critici, vedendo le mie opere mi possano considerare in una corrente, ma io non mi sono mai posto il problema e non l’ho mai considerata.
Shinji Kakaroth: Solitamente dalla fase di concezione dell’opera al quadro finito, quanto tempo passa?
Wakasa: Ovviamente dipende dalle dimensioni del quadro, ma attualmente può andare da una settimana a circa un mese. Se ci fosse però un committente che mi chiede di fare qualcosa entro una scadenza, cerco di accontentarlo.
Shinji Kakaroth: È la prima volta che viene in Italia? Ha fatto altre tappe in Europa o in America?
Wakasa: In Italia è la seconda volta. In altri paesi non ho ancora avuto l’opportunità di andare.
Shinji Kakaroth: Su Youtube ci sono dei video mentre dipinge un quadro. Com’è venuta quest’idea? Serviva a mostrare come funziona il suo metodo creativo o fare un video promozionale?
Wakasa: Non so bene a quale video ti riferisca, ma credo non ci siano video che comprendano tutta la creazione dell’opera. Ovviamente ci sono dei video a scopo promozionale, ma soprattutto perché vedere le mie opere in fotografia è molto diverso che vederle dal vivo. Nei miei quadri utilizzo vari materiali, come oro, lacche e materiali rifrangenti, quindi a seconda dell’angolazione del punto di vista da cui la si osserva, cambia l’effetto che fa su chi la guarda. In fotografia è impossibile renderlo, per cui con un video ho cercato di rendere possibile di renderla un’esperienza reale e far passare il mio messaggio di un’opera inserita in un contesto.
Shinji Kakaroth: Da quando è in Italia ha avuto modo di mangiare qualcosa di buono?
Wakasa: Purtroppo sono arrivato da alcuni giorni per i preparativi del Lucca Comics, e non ho ancora potuto godermi come si deve la cucina italiana. Comunque ho potuto gustare dell’ottima pizza a colazione, pranzo e cena.
Shinji Kakaroth: Siamo al secondo giorno, in questi due giorni che feedback ha avuto dal pubblico che è venuto a vedere la mostra?
Wakasa: A dir la verità mi hanno rivolte molte domande sia sul processo di creazione delle opere, sia su quali siano le mie intenzioni e i concetti che stanno dietro le opere che dipingo. Questo è risultata una grande differenza rispetto al Giappone, dove i commenti sono quasi sempre “Ah, sì, molto bello!“. Il fatto che le persone si interessino a cosa c’è dietro una certa opera è stata un’esperienza molto interessante.
Shinji Kakaroth: Qual è il suo sogno per il futuro?
Wakasa: Spero di continuare a dipingere come sto facendo al momento. Avendo nuove esperienze ovviamente con culture e situazioni diverse, penso che queste differenze vadano rispettate, ma che comunque ci sia qualcosa che ci accomuna in quanto persone, e quindi di cercare di individuare quale sia questo filo.
Molto bene, ringraziamo ancora una volta i nostri amici di Ochacaffé, che ci hanno concesso quest’intervista.
Siete curiosi di sapere chi altro ho intervistato a Lucca? Allora continuate a seguirci! ^_-
Bella intervista.
Sono rimasto letteralmente affascinato dalle sue opere! Hanno qualcosa di ipnotico! Davvero belle! 😉 Grazie Shinji per l’intervista. 🙂