La leggenda di Turrican Dai Diecimila Nomi e Compagni – Piacere di conoscerti!

L’ aria era umida e si sentiva  odore di pioggia.

Era una splendida giornata, il sole pallido d’ ottobre penetrava tra gli alberi le cui foglie portavano i colori dell’ oro e degli ambrati tramonti che spesso osservavano le coppie d’ innamorati. Il vento soffiava leggermente e le foglie si lasciavano cullare dolcemente, cadendo lievemente sulle strade.

Era proprio una splendida giornata, perfetta per riflettere su eventi passati troppo in fretta e incominciare un viaggio, uno di quei viaggi fantastici raccontati nelle storie d’ avventura e nei libri…

Era quello l’ intento di Turrican in quella mattinata autunnale fino a quando una minuta ragazzina dai capelli castani gli piombò addosso e lo trascinò con sé, dicendogli di fare silenzio.

Erano giunti nel bel mezzo di un boschetto di aceri e la ragazzina mollò  la stretta presa sul braccio del ragazzo che, ancora confuso per tutto ciò che era accaduto fino a quel momento, chiese ciò che ogni essere avrebbe chiesto a una ragazzina che lo ha trascinato in un bosco inseguita da guardie: “Innanzitutto… Chi sei? Perchè mi hai trascinato con te? Come mai ti inseguivano? E… ”   Aveva il fiatone e parlava lentamente, c’ erano tante domande da fare e tante risposte da avere, ma la ragazzina lo interruppe bruscamente: “Tu fai troppe domande! Comunque mi chiamo Hikari e tu sarai il mio servo”

Cosa ha in mente questa mocciosa per portarmi qui e poi nominarmi suo schiavo senza motivo?! E’ sicuramente una maniaca… – pensò Turrican – Peggio dei sotto-aceti…”

Stai pensando cose strane su di me, non è vero?

Assolutamente no!

Bugiardo!

All’ improvviso si sentì un fruscio di foglie e uscirono due ragazze; quella più bassa esclamò: “Guarda se non è quello gnocco di Turrican!”

L’ altra, dall’ aspetto più maturo disse: “Già, è il senpai”

Turrican si girò e sembrava aver trovato la salvezza: “Chihi! Azzu! Salvatemi!”

“Come sarebbe a dire salvatemi!” Hikari era rossa di rabbia: come si permetteva quello di reagire così solo perchè erano arrivate due belle ragazze… Che servo indisciplinato!

“Esattamente! Non ci si comporta così con una ragazza!” borbottò Chihi.

“Non credevo fosse così maleducato! Scusami…- disse Azzu, rivolgendosi poi a Hikari- E’ il tuo servo?”

“Servo da quattro soldi…” dichiarò Hikari con sdegno

“Tra ragazze ci si capisce sempre…” fu la risposta di Azzu

“Piacere di conoscerti! Come ti chiami?” Chiesero le due ragazze

“Hikari, mi chiamo Hikari Hoshizora… piacere”

Ecco, ci mancavano quelle due… Ora sono proprio nei pasticci!


Che cosa succederà al prossimo capitolo al povero Turrican?

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