Turn A Gundam

Loran Cehack è un Moonrace, un abitante della colonia sulla Luna, che viene mandato sulla Terra in missione esplorativa con due amici, Fran Doll e Keith Laijie. Il periodo, rispetto alle altre serie di Gundam è alquanto arretrato, simile al periodo della prima rivoluzione industriale.

Il suo primo contatto con l’ambiente non è dei più felici, mentre si lavava in un fiume, finisce per rischiare d’annegare, ma grazie al cielo la corrente lo porta da due ragazze, Kihel e Sochie Heim, che stavano facendo una cerimonia di purificazione proprio in quel momento. Trasformando la sfortuna in opportunità, Loran finisce così in contatto con la famiglia Heim, ricco casato terriero, e prende servizio prima come minatore, poi come meccanico e infine come autista. Dopo qualche anno Loran rincontra gli amici con cui è emigrato, e durante la cerimonia per il raggiungimento della maggiore età, assieme a Sochie, di fronte all’enorme idolo di pietra, White Doll, testimoniano una cosa spaventosa. Il ritorno dei Moonrace sulla Terra che risulta essere tutt’altro che pacifico, con enormi Mobile Suit che sparano raggi e distruggono interi quartieri di Nocis, la grande città vicina.

Come per rispondere all’arrivo delle macchine lunari, il White Doll si sveglia rivelando la sua vera identità, un enorme Mobile Suit risalente all’Età Oscura, il Turn A Gundam. Il giovane Moonrace per salvare Sochie e se stesso, finisce per diventare il pilota del Turn A e unico baluardo in difesa degli esseri umani. Assieme al giovane nobile, politico e stratega Juan Lineford III, si darà il via ad una serie di scavi sulla Terra, che porterà alla luce altri antichi MS dimenticati dall’Età Oscura, per riuscire ad arginare il potere dei Moonrace, che nonostante la schiacciante potenza bellica, cercano di trattare dei compromessi per la concessione di zone terrestri, guidati dalla giovane regina Dianna Soleil, che per caso è quasi identica a Kihel Heim.

Questa è una tra le serie di gundam che preferisco per la poca importanza che hanno gli scontri sulla trama, oltre che all’interessante ambientazione agreste e folcloristica, che vede dei “barbari” della prima rivoluzione industriale volersi opporre a degli esseri dai macchianri scientificamente avanzati. La stranezza del mecha design è un altro punto a favore della volontà di sviluppo della trama, più che di sterili scontri e pressione per gli acquisti di gadget modellistici. Questa serie ha partorito dei personaggi davvero peculiari, come il bel Juan, che cerca di accattivarsi le simpatie dei moonrace con una maschera, mentre trama alle spalle di impossessarsi della loro scienza per poterla usare contro di loro, Loran, diviso tra il suo essere un Moonrace e l’attaccamento alla terra e ai nuovi amici, che ha sviluppato nei due anni vissuti sulla Terra.

Ho trovato che il primo volume del manga sia ben disegnato e che riassuma alla perfezione l’inizio di questa bella serie. Avendo visto la serie animata sono agevolato, perché mentre leggo certe scene mi vengono in mente le magnifiche colonne sonore di Yoko Kanno.

L’edizione è molto curata, nonostante alcuni piccoli errorini di lettering, e devo fare i miei complimenti alla GP per aver chiesto la collaborazione con il GIC, Gundam Italian Club, per curare la revisione dello script, in modo da evitare errori. L’occhio di un traduttore è molto più freddo di quello di un appassionato ed apprezzo questo tipo di apertura verso i fan. Ottima carta e sovracopertina vanno ad aggiungersi ai motivi per cui ritengo questo volume un ottimo prodotto!

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